ALP aderente a AGL Alleanza Generale del Lavoro (confederazione sindacale dei lavoratori) codice fiscale: 97624870156; atto costitutivo (e statuto) registrato presso l'Agenzia delle Entrate, DP I MILANO-UT di Milano 1, in data 04/06/2012, serie 3, n.7107- sede naz.le:Via Antonio Fogazzaro 1, sc.sin. 3° piano, 20135 Milano, tel.3349091761, fax +39/1782736932, Whatsapp 3455242051, e-mail agl.alleanzageneraledellavoro@gmail.com ; e-mail certificata: alleanzageneraledellavoro@pec.it

lunedì 15 dicembre 2014

IL NOME DEL PUZZONE. RENZI, POLETTI: DITECI CHI E' RESPONSABILE NEL MINISTERO DEL LAVORO DI QUESTO SCONCIO E SBATTETELO FUORI DALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. LUI E I SUOI COMPLICI.


Grave denuncia da parte del Sen. Prof. Pietro Ichino: nel Ministero del Lavoro c'è chi sabota le Politiche Attive! Gradiremmo che il Premier e il Ministro Poletti intervenissero con la massima energia per risolvere il problema.

Dal Blog di Pietro Ichino http://www.pietroichino.it/

""""""""""

PERCHÉ IL MINISTERO OSTACOLA LA SPERIMENTAZIONE DELLE POLITICHE ATTIVE?


COSÌ IL POTERE BUROCRATICO ABROGA DI FATTO UNA LEGGE DELLO STATO  
Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 324, 13 dicembre 2014 - Per ulteriore documentazione in proposito v. il Portale del contratto di ricollocazione – In argomento v. anche l’editoriale telegrafico Lavoro: per prima cosa, stanare i gattopardi, dell’8 settembre ..
27 dicembre 2013 - Viene emanata la legge di stabilità 2014, il cui articolo unico al comma 215 istituisce il Fondo per le politiche attive del lavoro, disponendo un suo finanziamento iniziale di 50 milioni. Il relativo regolamento dovrà essere emanato entro 90 giorni.
8 aprile 2014 - Scaduto inutilmente il termine per l’emanazione del regolamento, i capigruppo di maggioranza in Commissione Lavoro al Senato presentano una prima interrogazione in proposito al Ministro, che resta però priva di risposta.
25 giugno 2014 -  Del regolamento nessuna traccia. Seconda interrogazione dei capigruppo di maggioranza. Questa volta  il il ministro risponde in Aula il 3 luglio, nel corso di un question time, informando il Senato che il regolamento è pronto ed è ormai “alla firma”.
14 luglio 2014 - Il Governo e la Regione Lazio annunciano il prossimo avvio della sperimentazione, con il contributo del Fondo per le politiche attive, del contratto di ricollocazione per la soluzione della nuova crisi occupazionale Alitalia, che vede oltre 900 lavoratori licenziati.
16 settembre 2014 - Il regolamento non c’è ancora. Terza interrogazione al ministro del Lavoro.
15 ottobre 2014 - Il sottosegretario al Lavoro Bobba risponde in Commissione che il decreto è pronto e deve essere solo registrato alla Corte dei Conti.
15 dicembre 2014 - Il regolamento non è ancora emanato. Viene presentata la quarta interrogazione in proposito.
A questo punto, però, secondo logica, l’interrogazione non dovrebbe più riguardare il regolamento del Fondo per le politiche attive, bensì un quesito assai più inquietante: chi, in seno al ministero, è responsabile di questa vera e propria omissione di un atto d’ufficio, platealmente mirata a impedire l’attuazione di una legge dello Stato?""""""""""

martedì 7 ottobre 2014

INCONTRO DI RENZI CON I SINDACATI-MAMMUTH. POLITICAMENTE CORRETTO MA CONCRETAMENTE INUTILE PERCHE' DA TEMPO NON SONO PIU' REALMENTE RAPPRESENTATIVI DI CHI LAVORA MA SOLO DI CHI CAMPA DI TASSE.

Penoso epilogo stamattina di mesi di incomunicabilità. I vertici di CGIL-CISL-UIL-UGL non hanno avuto neppure un'impennata di orgoglio.In pochi minuti è stata sancita la loro inutilità. Il Governo parla un linguaggio di riforme troppo moderno perchè sia recepito da questi ruderi.Andrà di fatto avanti senza di loro, nonostante loro e le future nostalgiche parate, come quella del 25 ottobre, di un regime di concertazione che non esiste più.
L'AGL ritiene che lo Statuto dei Lavoratori, quindi anche l'art. 18, vada modificato in direzione di quanto indicato dal Governo in quanto queste vecchie norme ormai sono dannose sia per chi lavora che per chi il lavoro lo sta cercando.L'ideale sarebbe il sistema americano ma ci rendiamo conto che sarebbe un salto troppo grosso per l'Italia. Certo che (e la Spagna lo dimostra) la direzione per attrarre investimenti è quella e sarebbe bene evitare di perdere tempo, pena l'emigrazione senza ritorno dei lavoratori italiani verso l'estero.Buona l'idea di mettere in busta paga il TFR su base volontaria e giuste le cautele che si stanno adottando per prevenire una crisi finanziaria delle PMI.E bene anche perchè più TFR si sottrae ai Fondi Previdenziali fallimentari di CGIL-CISL-UIL (che non a caso vi si stanno opponendo con insolita veemenza) meglio è. Bravo Renzi a rompere le uova nel paniere della Triplice anche prospettando una legge sulla rappresentanza. E' incostituzionale e truffaldino l'Accordo in materia dei sindacati con Confindustria e il Governo lo deve mandare all'aria.Siamo, sin dai tempi di Sacconi, per lo sviluppo della contrattazione aziendale e territoriale che aderisca meglio alle diverse realtà del Paese e promuova una maggiore produttività. Vanno spazzati via il dumping contrattuale, la falsa cooperazione e lo sfruttamento degli extracomunitari attraverso la fissazione del salario minimo. Il precariato va superato innanzitutto da un punto di vista culturale, passando a un sistema in cui tutti, nessuno escluso, passino da un lavoro all'altro senza traumi o privilegi anacronistici. Le politiche attive del lavoro e la vigilanza dovranno essere trasformate in maniera consequenziale. Così come gli ammortizzatori sociali. Ichino ha ragione nell'individuare nel contratto di ricollocazione una possibile via per superare un sistema di Cassa Integrazione che lega per anni lavoratori a posti di lavoro che non torneranno più.E infine la riforma della Pubblica Amministrazione. Va accelerata con determinazione. I processi avviati da Renzi richiedono risorse ingenti? Benissimo, purchè non vengano aumentate le tasse e sia ridotto il cuneo fiscale. Dove recuperare? Dalla Spending Review che va portata alle estreme conseguenze, riguardo alla macchina pubblica. Occorre, in fretta, equiparare in tutto e per tutto ai lavoratori privati i tre milioni e passa di dipendenti pubblici e, poiché la pacchia è veramente finita, è ora che lo Stato si disfi di ciò che ha di più caro, ossia, di qualche Ministero. Come si fa? Analogamente a quanto accaduto col Teatro dell'Opera di Roma. Ma facciamo presto.

venerdì 12 settembre 2014

NON SI PUO' FARE UN "PATTO EDUCATIVO" CON GLI INSEGNANTI CHE UNA VOLTA ASSUNTI SI METTONO SUBITO IN MALATTIA E PUNTANO AL TRASFERIMENTO. A PARTE TUTTI GLI ALTRI DISCORSI, COSA SAPREBBERO INSEGNARE AI NOSTRI FIGLI? CHE E' GIUSTO RIMEDIARE UN POSTO FISSO SOLO PER FREGARE LO STATO? IL GOVERNO ADOTTI LE OPPORTUNE PRECAUZIONI E TUTELI LE FAMIGLIE PRIMA DI PROVOCARE UN DISASTRO!

da www.ilgiornale.it

La scuola riparte nel caos: decine di insegnanti malati

Inizia l'anno e molti docenti hanno già chiesto un periodo di congedo Scontro sul sistema delle graduatorie. Salvini: «Lombardia penalizzata»
 Ven, 12/09/2014 - 07:00
La questione sulle nuove assunzioni nel mondo della scuola continua. Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, lancia la campagna contro chi cerca solo il posto fisso e non il lavoro, problema già evidenziato prima dal Giornale e poi da Repubblica : «Bisogna tornare al sistema precedente di assunzioni su base provinciale: su 174 neoassunti in provincia di Milano, 174 vengono da altre zone - ha attaccato - questa è la dimostrazione del fallimento della politica scolastica di Renzi, perché così si penalizzano sia i lombardi che chi ha deciso anni fa di spostarsi in Lombardia e aspettare il suo turno». Le scuole, inoltre, non sono nemmeno cominciate e sono già decine le richieste di periodi di malattia o di poter assistere un parente disabile: «Ho parlato con il Provveditore e come Lega chiederemo la verifica a tappeto su tutti quelli che hanno presentato richieste del genere, anche perché non si tratta di un problema solo della scuola: per gli infermieri e per i vigili del fuoco in Lombardia siamo costantemente sotto organico perché le persone arrivano qui e, dopo il periodo minimo di attesa, chiedono il riavvicinamento, spesso in regioni del sud, ma se avevi il parente disabile a Crotone lo sapevi pure prima».
Per ottenere il ritorno al modello precedente le camicie verdi hanno pronte le richieste su carta per Camera, Senato e Regione. Tra le altre, ha specificato Massimiliano Romeo, consigliere leghista in Regione, «chiediamo che vengano ristabiliti una volta per tutte i 5 anni di permanenza nella provincia di prima nomina di ruolo, il tutto finalizzato a garantire la continuità didattica».
Sulla scuola comunque il problema è più sentito perché, quest'anno in particolare, c'è il rischio di centinaia di cattedre vuote: sono talmente tanti quelli che tentano di usufruire delle comodità date dal posto fisso, che non si sa nemmeno se si troveranno abbastanza supplenti.
E non è nemmeno un problema solo di chi viene da altre regioni, è proprio il settore scolastico a essere usato come ammortizzatore sociale: «Ieri ci sono state le convocazioni per il codice Z43, cioè gli insegnanti di italiano per le medie, in tutto 300 e se ne sono presentati 2 di cui ha scelto un posto soltanto uno - racconta Massimiliano Sambruna della Cisl - e questi sono gli ultimi della graduatoria a esaurimento, quindi quelli iscritti da anni non gli ultimi arrivati, io mi chiedo: se possono rifiutare il lavoro cos'è ne hanno un altro? E se anche così non fosse, non è possibile studiare degli strumenti per cui se rifiuti il posto, poi non puoi rientrare subito in graduatoria? Perché l'insegnamento deve essere una scelta seria, non un ripiego, bisogna mettere dei limiti». A rispondere a Salvini, il segretario del Pd lombardo Alessandro Alfieri: «Lui specula sulle preoccupazioni di genitori e studenti», intanto il governo Renzi «investe sulla scuola».
Il segretario del Pd sottolinea che «il governo ha deciso di assumere 150mila insegnanti perchè vuole investire sulla scuola e ridare dignità a queste persone. Iniziativa che Salvini ha commentato ironicamente: «Solo 150mila? Allora io rilancio, facciamo un milione»."""""""""

venerdì 5 settembre 2014

“BLOCCO CONTRATTUALE” PER GLI STATALI FINO AL 2015: DOV'E' LA NOTIZIA?E' UN' ALTRA: FINO A IERI GLI STATALI ERANO PRESI PER IL CULO DIRETTAMENTE DAI GOVERNI. ORA NON PIU': CI PENSERANNO GLI “UOMINI IN DIVISA”.

Ci eravamo dimenticati dell'esistenza dei Sindacati del lavoro pubblico. Non si sentivano più in giro. Poi, all'improvviso una non notizia (il blocco degli aumenti, se ricordate (DEF aprile 2014), è quasi sicuro fino al 2020 per motivi di finanza pubblica) ha fornito nuovo materiale per i quotidiani di gossip politico.La ragione è semplice: di cosa si sarebbero altrimenti occupati nei prossimi 6 anni i sindacati?come noto, Renzi ha cambiato stile. Non più tavoli e consultazioni coi sindacati ma richiesta diretta ai lavoratori di pareri e proposte. Volontà di eludere ed elidere i corpi intermedi? No, semplicemente non perdere tempo e non farsi deviare dai corpi morti più o meno intermedi, più o meno rappresentativi.Divertente. Gli hanno obbiettato che con le riforme istituzionali non si mangia e lui reagisce rifiutandosi di masticare carne defunta. Ovviamente è partita la rituale proclamazione di preavvisi di sciopero la quale però è stata immediatamente sovrastata da un pronunciamento golpista e fascistoide di sindacati e Cocer degli uomini in divisa. Che tra parentesi (e neanche tanto) minacciano , di fatto, di violare la Costituzione , dato che ci risulta che determinate categorie di servitori dello Stato non abbiano diritto di sciopero. E di operare una grande mistificazione, visto che si tratta di categorie lasciate fuori dalla contrattualizzazione del pubblico impiego.Ricordate gli applausi agli agenti inquisiti per gravi reati durante un congresso di un sindacato autonomo di polizia? Altro che le patetiche banane di Tavecchio...E qui ,sorpresa: è stata pubblicizzata una immediata disponibilità all'incontro, seppure scevra da tentazioni di cedere al ricatto. Anche i sindacati del lavoro pubblico erano stati incontrati, ma solo dalla Madia e non personalmente da Renzi e con modalità sbrigative e disillusorie. Gli uomini in divisa invece no. Saranno ricevuti “personalmente” dal Premier e non solo e tanto dai vari Ministri competenti.Questa disponibilità temperata dalla contestuale sottolineatura che cinque polizie sono comunque troppe. Come dire: venite pure alla riunione, anche in divisa ma attenti a quello che dite e a dove vi sedete perchè potrebbero esserci anche per voi dei bei forbicioni di cottarelliana fattura pronti a stagliuzzarvi le gallonate chiappe.Beh, tutt'altra grinta rispetto alla reazione di maniera di Alfano che l'immaginario collettivo pensa afflitto e impaurito dalla possibilità che un bel giorno la sua scorta si rifiuti di accompagnarlo al “lavoro”.Era aperto un tavolo presso il suo Dicastero proprio su questi temi ma evidentemente (era successo nei giorni scorsi anche nei suoi colloqui-bidone con le autorità europee sulla questione Frontex) il piglio autorevole è ancora un limite del politico che tuttavia si applica molto pur senza immediati risultati.
Ma il dato fondamentale è che questa differenza di trattamento tra statali e uomini in divisa (un vero e proprio schiaffo, altro che le vignette di brunettiana memoria) è la definitiva sepoltura di ogni e qualsiasi speranza per i lavoratori pubblici non in divisa. Una certificazione crudele dell'inutilità della Pubblica Amministrazione così come oggi si configura in Italia. Quando i Sindacati pubblici urlano, imprecano e propongono lo sciopero generale, vi prendono quindi per il culo.Il Governo giustifica tale situazione col fatto che una comunità con un milione di disoccupati ha altre priorità e altre urgenze. Le risorse sono limitate e occorre fare delle scelte.Come avviene quando una autoambulanza deve scegliere a chi prestare prima le cure, nel caso abbia davanti più feriti.Si dice: non è vero. Le risorse per “curare” anche gli altri ci sarebbero ma non c'è la volontà politica di reperirle.In particolare si evoca la triade “evasione fiscale,società partecipate, corruzione”. Questo governo è in carica da 6 mesi, i suoi ministri sono giovani o per lo più estranei o ininfluenti rispetto agli assetti politici precedenti. Hanno promesso di mettere le mani in quelle tre problematiche e qualcosa, in 6 mesi, hanno iniziato a fare. Se tra 1000 giorni riusciranno a tener fede agli annunci bene. Altrimenti Renzi vedrà dissolversi il suo 40% e al governo avremo Grillo o il Centro Destra o addirittura avremo la Troika a comandare sull'economia italiana.La domanda allora è: era ed è possibile entro dicembre (tra 3 mesi) far saltar fuori da “evasione fiscale,società partecipate, corruzione” i miliardi per aumentare di 100 euro al mese lo stipendio di tutti gli statali?Perchè di questo tipo di aumento si tratterebbe. Ci sembra improbabile. E allora di cosa stiamo parlando? Le risorse per le 150.000 assunzioni nella scuola (non immediate ma a partire dal settembre 2015 e diluite in tre anni) verranno dalla Spending Review, se riuscirà. Taglio del 3% a tutti i Ministeri di spesa. Tagli lineari (obbligati, come più volte solo noi abbiamo sostenuto, perchè i tagli mirati non sono attuabili in un paese di lobby e mafie come l'Italia). Apriti cielo!“evasione fiscale,società partecipate, corruzione”: in aggiunta ai soldi per gli aumenti degli stipendi pubblici dovrebbero vedere il recupero di risorse anche per le assunzioni degli insegnanti precari. Se fosse questione di sola volontà politica (e non invece come pensiamo noi di oggettiva impossibilità tecnica di ottenere risultati a breve termine in una situazione tipica di buoi scappati) qualcuno ci sa indicare quale schieramento politico realisticamente, vincendo le elezioni, avrebbe potuto, potrebbe o potrà in tre mesi tirar fuori tutte queste risorse? Ma siete sicuri che ancora in Italia vi siano tutti questi soldi o che invece non siano stati già portati altrove?Non credete che la risposta non sia nel passato ma nel futuro, nel riorganizzare il Fisco,i Servizi Pubblici e gli appalti pubblici?e soprattutto, in misure shock, immediate, per fronteggiare l'emergenza occupazionale non con assunzioni pubbliche ma mettendo le imprese in condizione di lavorare in Italia? Ma i Sindacati del Pubblico Impiego si accontenterebbero di meno: che la Corte costituzionale dichiari illegittimo il blocco dei contratti (e poi, da dove uscirebbero fuori i soldi?) e che riesca uno sciopero generale, cioè che ogni lavoratore butti via una giornata di retribuzione, equivalente a una frazione mensile dell'aumento contrattuale, facendo risparmiare il governo, come tutti sanno. Anzi, potrebbe essere una idea: un mese di sciopero generale (d'accordo col Governo). Col risparmio il Governo potrebbe rinnovare i contratti, concedere gli aumenti, far vincere politicamente i sindacati. Solo che il singolo lavoratore alla fine dell'anno si troverebbe con lo stesso reddito di prima.O forse non sciopererebbe nessuno, cercando di fregare i colleghi costruendosi un aumento col sacrificio altrui.
Ma a parte questi scenari tragicomici, è l'inadeguatezza politica dei sindacati che fa piangere. I Sindacati dovrebbero essere i primi sostenitori dei tagli e delle riforme perchè gli sprechi sono contro i lavoratori, così come una PA inefficiente. I sindacati della scuola dovrebbero porre il problema del numero eccessivo degli insegnanti , nonostante queste 150.000 annunciate assunzioni e sostenere una vera riforma che porti la scuola italiana all'altezza degli standard europei.
Ma anche sugli uomini in divisa questa bagarre sta occultando alcune questioni di fondo.Una sola Polizia al posto di cinque, l'aumento degli stipendi ai poliziotti ridimensionando quelli dei dirigenti di polizia, la costruzione di nuove carceri, l'adozione di un modello all'americana relativamente al diritto del cittadino di armarsi. In Italia c'è troppa polizia . Ridurre il numero,pagarli meglio, educare il cittadino alla difesa personale.Non c'è sicurezza, è un fatto incontestabile. Se il cittadino potesse proteggersi da solo, minacce incostituzionali di sciopero delle forze dell'ordine sarebbero irrilevanti.Come al solito in Italia vi sono categorie che cercano di approfittare di ritardi dello Stato.
Analogamente per la difesa. Nella quale albergano ancora troppi papaveri, imboscati e parassiti.Vedremo se effettivamente questi soldi saranno stati in questi decenni ben spesi quando , come sta accadendo ora, prenderà corpo il rischio di attentati terroristici interni, o di attacchi da sud o da est da parte di fondamentalisti e tagliagole. Il cittadino italiano medio è concretamente oggi in grado, in caso di necessità, di difendere sé stesso, la sua Famiglia e la Patria imbracciando un' arma, al pari di quanto avviene in altri paesi?PA, Scuola, Difesa: la domanda è sempre la stessa. Si tratta di organizzazioni efficienti?Utili?Che giustifichino il carico fiscale sui cittadini?Il problema, come si vede, è un po' più complesso e grave dei 100 euro in più nello stipendio e dell'appartenenza o meno al ceto medio di chi lavora in questi settori.
Così come, parlando della riforma della PA, dobbiamo decidere se perdere ancora tempo dietro a sogni irrealizzabili come si è fatto negli ultimi 40 anni o se è arrivata ora di intraprendere altre strade .La lotta all'evasione fiscale (fenomeno storicamente speculare e legato, non dimentichiamolo, all'indebitamento pubblico e alle assunzioni clientelari soprattutto a beneficio del Mezzogiorno nella Pubblica Amministrazione) è fallita perchè è il sistema fiscale che ha assunto caratteristiche demenziali. L'idea della Flat Tax è ottima e a chi obbietta la violazione del principio di progressività (obiezione a cui già qualificati esperti hanno replicato ipotizzando correttivi sul piano della modulazione diversificata delle detrazioni) ripetiamo quanto affermato relativamente all'adozione dello Spoils-System per i dirigenti pubblici: è una buona occasione per cambiare la Costituzione. Le conseguenze, relativamente al futuro dell'Agenzia delle Entrate e ai concorsi per dirigenti, sono ovvie, dal nostro punto di vista. Certo, se ciò si realizzasse crollerebbe tutto un mondo di commercialisti, tributaristi, dirigenti-funzionari che arrotondano da consulenti, sindacati che hanno alimentato contenziosi giudiziari,corruzione, ecc. Tra non molto i dirigenti scolastici decideranno sugli scatti di merito degli insegnanti. Bene, era ora. Però non basta. Occorrerà che entrambe le figure si aggiornino e riqualifichino (sì, proprio come si fa con il vecchiume nei centri storici). E lo stesso nella amministrazione della giustizia. Solo noi, francamente, abbiamo sempre sostenuto che la riorganizzazione di quel personale è indispensabile. Ma soprattutto la digitalizzazione accompagnata dal blocco del turn over. Il futuro è nella diminuzione del personale in tutta la PA attraverso un utilizzo oculato dell'informatica e un conseguente risparmio.E se ciò provocasse la riduzione del numero dei tesserati ai Sindacati, chissenefrega, meglio così che pesare sull'esistenza dei cittadini.. Se (e non siamo d'accordo) gli 80 euro vengono considerati una elemosina, cosa sarebbero invece 100 euro di aumento contrattuale, una botta di vita?Ma non fateci ridere!Anche qui, è ora di innovare. Guardare in faccia alla realtà. Chi non è d'accordo in teoria su un aumento di stipendio a favore di un onesto lavoratore pubblico? Tutti lo siamo. Ma occorre vedere se ci sono i soldi e se quelli previsti in futuro siano probabili e veri.L'Italia è un Paese in cui occorre che si riprenda a creare ricchezza.Se gli espropri proletari non si realizzano neppure a Cuba o in Cina ci sarà un motivo. E quindi è difficile che si realizzino in Italia con patrimoniali o prelievi notturni alla Giuliano Amato o massacrando i proprietari di immobili. Occorre una giustizia e una equità retributiva, certamente. Ma in nessun paese del mondo uno si arricchisce facendo l'impiegato statale. Se, come legittimo, un dipendente pubblico ambisce a guadagnare di più è giusto , come avviene ora , che lavori in nero (o peggio, vada in cerca di bustarelle) o non sarebbe meglio che alla luce del sole, in deroga al principio di esclusività, gli fosse consentito, pagando le tasse, di fare un secondo lavoro nel privato o, ancor meglio, di guardarsi intorno e cercare di diventare imprenditore, lasciando la PA? Avendo veramente più soldi in tasca da spendere per sostenere consumi e domanda interna?La Costituzione'Cambiamola, no?Le riforme a che servono, se non a vivere meglio?La contrattazione pubblica? Ricordate? Solo noi avevamo detto che era una cagata pazzesca (e, non a caso, nel Pubblico Impiego, le categorie “forti” se ne sono tirati fuori...).Abbiamo fiducia che l'Italia emersa dalle recenti elezioni europee abbia colto queste esigenze e che sosterrà scelte coraggiose e ineludibili. Solo una richiesta facciamo a Renzi: accelera su riforma fiscale e del lavoro, perchè è questo che veramente interessa alla gente.


lunedì 28 luglio 2014

22 MAGGIO 2014: DOPO I FATTI DI CASALNUOVO (NA) IL COMPAGNO POLETTI, MINISTRO DEL LAVORO, BACIO' APPASSIONATAMENTE UN ISPETTORE DI LUNGO CORSO, A NAPOLI, AL TERMINE DI UN BELLISSIMO DISCORSO. SOTTO LO SGUARDO ECCITATO DEL SEGRETARIO GENERALE. SEMBRAVA AMORE SENZA FINE E INVECE...ANCORA NON C'E' STATA CONSUMAZIONE! ANZI...

L'avevamo detto. Gli Ispettori del Lavoro avrebbero dovuto, la scorsa primavera, cogliere la palla al balzo. Schierarsi non contro ma con il popolo e rivoltare il Ministero del Lavoro come un calzino. Non l'hanno fatto . Si sono accucciati invece ai piedi di una dirigenza che li ha sempre mal sopportati, essendo da anni più in sintonia con i consulenti del lavoro, che ne ha tratto spunto per regolare vecchi conti (con l'aiuto – a cadere – dei sindacati ministeriali).
Cosa avevano chiesto gli ispettori del lavoro?
Di avere risposte veloci. Infatti, se va bene, se ne parlerà a settembre – 5 mesi dopo -(ma avrà il tempo il Ministro, più preoccupato di intraprendere azioni per aumentare i posti di lavoro e di pagare le CIG in deroga, di occuparsi di ispettori presi a calci in culo da datori e lavoratori in quei pochi posti in cui ancora si sta lavorando?).
Di mettere gli ispettori nelle stesse condizioni operative del resto della Polizia Giudiziaria (riguardo alle banche dati, per esempio). Possibile secondo loro con poca spesa. Pia illusione, perchè nella dirigenza non sono nati ieri e sanno benissimo che certi “riconoscimenti” sono stati sempre storicamente utilizzati per chiedere avanzamenti di carriera e di retribuzione. E che scherziamo (pensano loro). A noi dirigenti arrivano le martellate di Renzi e i ridimensionamenti e a questi qui , nostri sottoposti da sempre, gli diamo i pennacchi per poi farli guadagnare quasi quanto noi?
Sembra che si vada verso l'Agenzia Unica ispettiva, a settembre, nell'ambito della ennesima riforma del lavoro. Gli ispettori del Ministero del lavoro stanno sentendo puzza di bruciato, ma non hanno capito ancora da dove viene. Glielo spieghiamo noi. I dirigenti del Ministero del Lavoro puntano a traslocare nella nuova struttura, più agile e funzionale, recuperando come manovalanza il personale ispettivo degli istituti previdenziali e gli ispettori di più recente formazione ,quelli più giovani, reclutati col più recente concorso e “predestinati” a dire di chi studia le statistiche dei cognomi. Gli altri, gli ispettori più stagionati? Nella bad company rimanente, ossia il vecchio Ministero, destinato , come Chernobyl, a racchiudere le scorie dell'Amministrazione e a essere insaccato nel cemento armato per i prossimi secoli, fino ad esaurimento .
Ci hanno provato, eroicamente, gli ispettori del lavoro a reagire al momento difficile. Galvanizzati dal bacio hanno provato, alcuni, a serrare i ranghi, a fare il loro dovere, a mettere in campo tutta la loro professionalità, a tornare a presidiare i territorio. Risultato: quelli (tanti) con diploma di perito industriale o geometra sono stati presi semplicemente a schiaffoni (cioè hanno preso il resto) quelli più bravi , magari laureati, stanno avendo a che fare con gli avvocati delle aziende che li hanno citati per risarcimento danni. Ovviamente la copertura legale, nella PA, è solo per i dirigenti. I funzionari, solitamente, si pagano l'avvocato da soli, magari vendendosi la casa su cui stanno pagando il mutuo. Vecchia storia questa. Ma non se ne esce: vogliamo scherzare, pensando che i dirigenti ministeriali vogliano condividere questo loro antico ma apprezzato privilegio?Direbbero: si, stiamo tutti sulla stessa barca , ma fino a un certo punto...
Infine, altra annosa questione, quella dell'utilizzo della propria auto per svolgere l'attività ispettiva. Fino a ieri cosa accettata di buon grado, per la possibilità di incrementare le entrate con i rimborsi, oltre che con le indennità di missione. Ora però le cose stanno cambiando. I lavoratori e i datori di lavoro più focosi hanno cominciato a sfasciare le macchine degli ispettori, non coperte da specifica tutela assicurativa – se non addirittura a prendere i numeri di targa per vendette trasversali-(col risultato che il povero ispettore in un colpo solo si vede portata via la casa per pagarsi le spese legali e la macchina incendiata da una “utenza” non molto soddisfatta). E L'Amministrazione, unica richiesta guarda caso subito accolta, in attesa dell'Agenzia Unica è intenzionata a far lavorare gli ispettori, sic et simpliciter, in maniera generalizzata, anche su turni di sera e di notte. E qui cominciano le ribellioni Collettive, organizzate e mirate a una riforma, come si dice, “condivisa”? Macchè: individuali e minimaliste. In sintesi: io a fare ispezioni di notte con la macchina mia? Col cavolo, ci vada qualcun altro.Anzi, rinunciamo pure ai soldi recuperati dalle sanzioni , basta che ci lasciate in pace.E che faranno gli amici dirigenti? Diranno al Ministro: facciamo al più presto l'Agenzia e questi pesi morti qui lasciamoli al loro destino nella bad company. Altro che aumenti, altro che nuovi poteri, altro che nuova dignità! Come prevedibile, l'infinito tavolo tecnico sull'attività ispettiva verrà superato, tra molti mesi, da decisioni del governo prese (speriamo) senza ascoltare troppo chi (alta dirigenza, sindacati, “tecnici”) da un decennio gestisce e organizza questo carrozzone con i risultati riscontrabili da tutti.
Ai lavoratori del Ministero diciamo che ormai è troppo tardi per recuperare l'ignavia di un decennio. Speriamo solo che Renzi, Poletti e Madia decidano in maniera illuminata, mandando a casa una alta dirigenza dimostratasi scarsa e puntando da subito a mandare in strada, sul territorio e nelle aziende , quanta più forza ispettiva possibile, colpendo gli imboscati.Questo corpo ispettivo dimostri di meritare lo stipendio e i più bravi vengano premiati adeguatamente. Riguardo ai poteri degli ispettori, lo abbiamo già detto. L'impunità dei facinorosi nel mondo del lavoro ricorda quella che una volta c'era negli stadi. Occorre recuperare serietà. Adottiamo in Italia le stesse regole severe di tutela del lavoro che ci sono in Germania. Siamo convinti che basti, per iniziare. Più intelligence e tecnologia nella vigilanza sul lavoro, meno discrezionalità, meno leggi, verbali ed interpelli ad aziendam da parte di una burocrazia ministeriale trasformatasi negli anni in una tragicomica macchietta. E se del personale dovesse “avanzare”, chiudere i carrozzoni e mobilità a volontà verso altre amministrazioni più oberate di lavoro.

sabato 12 luglio 2014

COOPERATIVE: LE DIECI DOMANDE DELL'AGL AL GOVERNO-RENZI

DAL SITO DEL QUOTIDIANO “IL GIORNO”


Pagamenti in nero a oltre mille dipendenti, scatta la maxi inchiesta della Finanza

Quattro indagati. Dipendenti che neppure sapevano di essere soci della coperativa per cui lavoravano. Secondo le accuse sarebbero stati pagati stipendi in nero per 4,5 milioni di euro IL VIDEO DELL'OPERAZIONE
di Fabrizio Lucidi
Lodi, 12 luglio 2014 - Bufera su una importante ditta di logistica della Bassa Lodigiana. Nel mirino, due delle cooperative che lavorano all'interno dello stabilimento, a Somaglia. L'inchiesta della Guardia di Finanza è nata nel 2013, dopo una raffica di scioperi degli operai licenziati dopo la sostituzione di cooperative all'interno del polo logistico. Al tempo, alcune sigle sindacali avevano denunciato irregolarità subite da alcuni lavoratori. 
Così, le fiamme gialle hanno voluto vederci chiaro creando una task force investigativa composta da militari del Nucleo di Polizia tributaria e della Compagnia di Lodi, supportata da elementi scelti del Comando provinciale. Quindi, sono scattati pedinamenti e l'audizione riservata di decine di dipendenti delle cooperative; in parallelo, sono state disposte indagini bancarie e i militari sono entrati in forze, più volte, nello stabilimento sia per sequestrare i documenti sia per testare la validità delle risultanze investigative. 
Risultato? Le fiamme gialle hanno scoperto “che molti lavoratori non sapevano di essere formalmente soci della cooperativa che li pagava - fa sapere il Comando - Anomalie che potrebbero configurare gravi ipotesi di reato a carico dei responsabili anche occulti delle apparenti cooperative: emissione di documenti falsi, truffa aggravata ai danni dello Stato”. Tutti fatti segnalati alla Procura. Documenti falsi, perché le cooperative avrebbero emesso a favore dei “dipendenti” buste paga riportanti trasferte in realtà mai avvenute. Tutto – secondo l'accusa – per evitare di pagare le tasse. Chi, fra i lavoratori, si rifiutava si sottostare a queste decisioni sarebbe stato messo all'indice con l'assegnazione dei lavori più pesanti e l'impossibilità di fare ore di straordinario per incrementare lo stipendio. 
Un sistema che – secondo le Fiamme Gialle – avrebbe goduto di impensabili connivenze da parte di alcuni sindacalisti. I formali rappresentanti delle due cooperative (entrambi indagati) avrebbero inoltre ottenuto l'ammissione alla cassa integrazione in deroga per decine di migliaia di ore di lavoro facendo figurare difficoltà economiche che in realtà non c'erano. Perché con quegli stessi soldi pubblici incassati, gli imprenditori avrebbero pagato il lavoro svolto dai dipendenti. Secondo i calcoli della Guardia di Finanza, in questo caso fra il 2010 e il 2013 le aziende avrebbero pagato 4,5 milioni di euro in stipendi in nero, proprio per non far risultare che in realtà le commesse e i carichi di lavoro si erano mantenuti stabili. In altre parole, le coop erano tutt'altro che in crisi,. Eppure, con artifizi contabili e manovre spregiudicate, avrebbero incassato i soldi pubblici della cassa integrazione. Una delle due cooperative aveva perfino ottenuto l'accesso a un finanziamento da 180mila euro da parte della Regione Lombardia per un progetto a beneficio del benessere dei dipendenti, senza però averne i requisiti. Ora sono in corso gli approfondimenti da parte della Procura di Lodi, che ha già iscritto sul registro degli indagati quattro persone.  """""""""


LE DIECI DOMANDE DELL'AGL AL GOVERNO-RENZI


  1. PERCHE' SOLO GDF E CARABINIERI SONO CAPACI DI CONTRASTARE IN ITALIA LE FALSE COOPERATIVE? E Il MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO? E LE REGIONI? E I SERVIZI ISPETTIVI DEL LAVORO?COSA FANNO DA ANNI?
  2. LE COOPERATIVE PAGANO OGNI DUE ANNI ALL'ERARIO O ALLE CENTRALI COOPERATIVE UN ONEROSO “CONTRIBUTO BIENNALE DI REVISIONE”. IN CAMBIO, DOVREBBERO ESSERE VISITATE PERIODICAMENTE DA UN ISPETTORE VERO.LO STATO REVISIONA SOLO IN MINIMA PARTE LE SUE COOPERATIVE, LE CENTRALI CONTROLLANO “AMICHEVOLMENTE” LE LORO. SE QUESTI SONO I RISULTATI, CI DOMANDIAMO: DOVE SONO FINITI I SOLDI PAGATI DALLE COOPERATIVE E OGGI NON E' MEGLIO CHE QUESTI SOLDI RIMANGANO ALLE COOPERATIVE?
  3. COME E' POSSIBILE CHE, RELATIVAMENTE ALLE REVISIONI DELLE CENTRALI COOPERATIVE (SOGGETTI PRIVATI) I CONTROLLORI (LE ASSOCIAZIONI COOPERATIVE) COINCIDANO CON I CONTROLLATI (LE COOPERATIVE ASSOCIATE)?
  4. NEL MONDO COOPERATIVO SONO ATTIVI SINDACATI GIALLI, I CUI CAPI CONTATTANO I PRESIDENTI, VENDONO LORO PACCHETTI DI TESSERE DEL LORO SINDACATO, TESSERE CHE SONO PAGATE DAI DATORI DI LAVORO E ATTRIBUITE AI LAVORATORI STESSI SPESSO A LORO INSAPUTA, ALLO SCOPO DI POTER APPLICARE CONTRATTI PIRATA ED ESTROMETTERE I SINDACATI VERI DALLE TRATTATIVE E RAPPRESENTANZE AZIENDALI. LO STATUTO DEI LAVORATORI VIETA CIO' . PERCHE' I SOGGETTI PREPOSTI NON SANZIONANO TALI COMPORTAMENTI?
  5. E' COSI' DIFFICILE ACCERTARE GLI INTRECCI DI INTERESSI TRA DIRIGENTI E FUNZIONARI PUBBLICI INFEDELI E  COOPERATIVE? BASTEREBBE INCENTIVARE E PREMIARE LE DENUNCE, FONDATE, CHE PROVENISSERO DALL'INTERNO DEGLI UFFICI STESSI, NEI QUALI TUTTI SANNO TUTTO DI OGNUNO
  6. SI STA RIFORMANDO DA ANNI IL DIRITTO DEL LAVORO.E' COSI' COMPLICATO RIVEDERE L'ISTITUTO DELLA TRASFERTA IN MANIERA CHE NE CESSI IL GENERALIZZATO UTILIZZO FRAUDOLENTO CHE TUTTI CONOSCIAMO DA ANNI?
  7. LE PERSONE FISICHE CHE CREANO E SVILUPPANO LE COOPERATIVE SPURIE SONO SPESSO LE MEDESIME DA ANNI, OPERATIVE DAGLI ANNI OTTANTA. PERCHE' NON ISTITUIRE UN “DASPO” PER CHI SI SIA RESO RESPONSABILE DI TALI COMPORTAMENTI NEL MONDO COOPERATIVO?
  8. SE RUBO UNA MELA AL SUPERMERCATO VIENE CHIAMATO IL 113 , VENGO PRESO E SBATTUTO IN GALERA. SE SONO UN DATORE DI LAVORO CHE CON ATTI VIOLENTI (FISICI O MORALI) ROVINO DEI LAVORATORI E LE LORO FAMIGLIE, LA GIUSTIZIA MI PERSEGUE DOPO MOLTO TEMPO E HO BUONE POSSIBILITA' DI FARLA FRANCA. MA INVECE DI AVERE UN ISPETTORATO DEL LAVORO COME L'ATTUALE NON SAREBBE MEGLIO AVERE IN ITALIA UNA POLIZIA DEL LAVORO VERAMENTE CAPACE DI UN PRONTO INTERVENTO?
  9. GLI INVESTITORI STRANIERI NON VENGONO IN ITALIA PERCHE' NON POSSONO FARE QUELLO CHE GLI PARE OPPURE PERCHE' IN ITALIA NON C'E' SERIETA' NEL MONDO DEL LAVORO E SICUREZZA IN REGOLE CHE SIANO APPLICABILI E APPLICATE?
  10. PERCHE' NON VENGONO IMMEDIATAMENTE CHIUSI QUEGLI ENTI BILATERALI CHE PRODUCONO E VENDONO FALSE CERTIFICAZIONI DI CONTRATTI DI APPALTO E DI CONTRATTI DI LAVORO? E' COSI' DIFFICILE INDIVIDUARLI (BASTA CHIEDERE IN GIRO)?

venerdì 27 giugno 2014

RIFORMA DELLA PA: I GRANDI SINDACATI, PRESENTI NEL CNEL, SEMPRE PIU' NEL PALLONE (A SPESE DEL CONTRIBUENTE)


da http://blog.quotidiano.net

Camera con vista

di Giancarlo Mazzuca, direttore de "Il Giorno"


Cnel sfiducia chi taglia

  27 giugno 2014
NESSUN GIORNALE ha riportato la notizia, ma, l’altro giorno, è successo un fatto non certo strano, che dimostra come le ultime resistenze della Casta sono dure a morire perché lo slogan che gira nel Palazzo è uno solo: finché c’è vita, c’è speranza.

È il caso del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia del lavoro - una volta chiamato, pomposamente, la “terza Camera” - che il governo Renzi ha deciso di abolire rispettando, ovviamente, i tempi necessari (a fine anno?) per il suo scioglimento, essendo un organo costituzionale. Dunque, succede che, nell’ultima assemblea, il segretario generale, Franco Massi, è assente: viene subito votata una mozione che lo sfiducia per la quarta volta in tre anni. Sono presenti 36 consiglieri su 65, non ha partecipato al voto il presidente Marzano: 21 (soprattutto i sindacalisti) sono favorevoli alla mozione, 9 (terzo settore e Confcommercio in particolare) contrari, mentre 6 (soprattutto i rappresentanti di Confindustria) si astengono. Peccato solo che Massi è proprio quel grand commis dello Stato che ha dimostrato sul campo come si possono tagliare drasticamente le spese del Cnel.

Se, infatti, nel periodo 2010-2012, il Consiglio costava, mediamente, 18,2 milioni di euro ogni dodici mesi per sfornare 34 documenti e appena due disegni di legge, nell’ultimo triennio il costo annuale è sceso a 12,7 milioni, cinque e mezzo in meno, per produrre 30 documenti, 3 disegni di legge e 3 notiziari telematici. In tal modo, è stato, così, restituito allo Stato il 35% dei fondi di dotazione percepiti. Non era mai successo.
Caro Renzi, con tutta la tua buona volontà, sarà dura, molto dura, vincere definitivamente la battaglia anti-spreco...
giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net

martedì 3 giugno 2014

MINISTRO POLETTI: ALLA VIGILIA DELL'EXPO E ALLA LUCE DEI SEGUENTI GRAVISSIMI FATTI, NON LE SEMBRA OPPORTUNO DARE UNA "AGGIUSTATINA" AI VERTICI AMMINISTRATIVI E ISPETTIVI DELLA DIREZIONE REGIONALE DEL LAVORO DELLA LOMBARDIA E DELLA DIREZIONE TERRITORIALE DEL LAVORO DI MILANO?

da www.corriere.it


L?operazione? Sei arresti. Tra loro ispettori del lavoro, due imprenditori, un carabiniere infedele: «Se pagano faccio tutto»

Fermata la banda del tachigrafo

Si vendevano ai camionisti per frigoriferi, condizionatori e viaggi ai Caraibi Griffati «In cambio la ditta mi ha regalato una borsa e un portafogli di Louis Vuitton»


Si vendevano per un frigorifero, un viaggio ai Caraibi, un altro a Disneyland Parigi, un orologio, un borsellino Louis Vuitton, un condizionatore, soldi contanti. Gli ispettori del lavoro, perennemente eccitati dall?idea di un regalo in arrivo, accettavano di tutto. Vivevano in funzione delle mazzette, dei doni, degli euro consegnati in una busta e dentro la confezione di un cd musicale. Del resto il mantra, come sintetizzato da un altro della banda che falsificava i tachigrafi dei camion e risparmiava multe ai guidatori e guai alle loro aziende, era il seguente: «Tutto si può fare, basta pagare». Pensiero e parole, per il dolore dell?Arma, dell?appuntato Antonio Sorrentino, lui pure arrestato con i tre ispettori. Il carabiniere infedele Sorrentino pilotava le denunce, le aggiustava . La Direzione milanese del lavoro è nella bufera, per questo marcio che avanza: l?inchiesta, condotta dagli stessi carabinieri che non hanno esitato a far piazza pulita, per prima cosa al proprio interno, senza sconti, con decisione, è la seconda tranche. Mesi fa già era finita in manette lady bustarella , al secolo Maria Assunta Spanò, 49 anni, che, beccata e catturata, s?era subito messa a cantare , vendendosi i soci. Lady bustarella aveva fatto nomi, aveva spiegato come funzionavano i traffici sporchi, aveva elencato come s?era arricchita nel corso degli anni. Con lei agiva il socio Stefano Martinelli. Costui, presentato e introdotto nelle ditte di camion dalla Spanò, assicurava agli imprenditori che con un software da lui inventato si potevano alterare i dati dei tachigrafi. I camionisti debbono rispettare, oltre che il codice della strada, precise disposizioni sui tempi e i chilometri della guida. In caso di infrazioni, rischiano la patente e il posto di lavoro. Ma in virtù delle azioni criminali della banda, ci son stati camionisti che hanno evitato di perdere anche 62 punti sulla patente e multe da migliaia di euro. Sei in totale, a quest?ultimo giro, gli arrestati. Del carabiniere Sorrentino, 48 anni, abbiamo detto. Si aggiungano altri tre ispettori della Direzione del lavoro che incassavano e due imprenditori che pagavano. Gli ispettori: Giuseppe De Fina (57 anni), Elio Montini (56) e Giuseppe Pellerito (51). Gli imprenditori: Salvatore Castaldi (44i) e Pietro Ciprì (41). Nelle pagine di custodia firmate dal gip Giuseppe Gennari scorrono avidità e incassi fraudolenti, denaro in cambio di «controlli leggeri», e scorrono questi titolari d?azienda che anziché indignarsi, denunciare, non fiatavano: vedevano com?era il sistema e si adattavano, senza alcun scrupolo morale. Le ispezioni di Spanò e compagnia erano piuttosto visite di piacere, un caffè, quattro chiacchiere e due risate, insomma una farsa. E intanto si ignoravano camionisti che bruciavano le tappe, guidavano stanchi morti e andavano a folle velocità, per consegnare prima la merce e ricevere un premio in busta paga. Le indagini sono dei carabinieri del Nucleo tutela del lavoro: in sei mesi, trenta gli episodi accertati. Gli ingranaggi erano così oliati che gli arrestati si permettevano di far gli snob. Sentite un racconto della Spanò: «De Fina non mancava mai di farmi pesare quanto mi aiutasse e tutte le volte che io gli chiedevo di darmi una mano nelle verifiche, mi sentivo in obbligo e allora lui chiedeva qualcosa... Disse che aveva bisogno di un condizionatore Daikin con due split... Lo voleva color argento... Ricevetti a casa il prodotto... De Fina venne a ritirare ma quando scoprì che era bianco e non argento si arrabbiò molto...».

Galli Andrea
Pagina 05
(01 giugno 2014) - Corriere della Sera


da www.ilgiorno.it

Cronotachigrafi dei tir truccati, sei arresti

lunedì 2 giugno 2014

L'AGL SOSTIENE "SENZA SE E SENZA MA" I 44 PUNTI DEL GOVERNO RENZI SULLA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

"""""Vogliamo fare sul serio.
L'Italia ha potenzialità incredibili. Se finalmente riusciamo a mettere in ordine le regole del gioco
(dalla politica alla burocrazia, dal fisco alla giustizia) torniamo rapidamente fra i Paesi leader del
mondo. Il tempo della globalizzazione ci lascia inquieti ma è in realtà una gigantesca opportunità per
l'Italia e per il suo futuro. Non possiamo perdere questa occasione.
Vogliamo fare sul serio, dobbiamo fare sul serio.
Il Governo ha scelto di dare segnali concreti. Questioni ferme da decenni si stanno finalmente
dipanando. Il superamento del bicameralismo perfetto, la semplificazione del Titolo V della
Costituzione e i rapporti tra Stato e Regioni, l'abolizione degli enti inutili, la previsione del ballottaggio
per assicurare un vincitore certo alle elezioni, l'investimento sull'edilizia scolastica e sul dissesto
idrogeologico, il nuovo piano di spesa dei fondi europei, la restituzione di 80 euro netti mensili a chi
guadagna poco, la vendita delle auto blu, i primi provvedimenti per il rilancio del lavoro, la riduzione
dell'IRAP per le imprese. Sono tutti tasselli di un mosaico molto chiaro: vogliamo ricostruire un'Italia
più semplice e più giusta. Dove ci siano meno politici e più occupazione giovanile, meno burocratese e
più trasparenza. In tutti i campi, in tutti i sensi.
Fare sul serio richiede dunque un investimento straordinario sulla Pubblica Amministrazione. Diverso
dal passato, nel metodo e nel merito.
Nel metodo: non si fanno le riforme della Pubblica Amministrazione insultando i lavoratori pubblici.
Che nel pubblico ci siano anche i fannulloni è fatto noto. Meno nota è la presenza di tantissime persone
di qualità che fino ad oggi non sono mai state coinvolte nei processi di riforma. Persone orgogliose di
servire la comunità e che fanno bene il proprio lavoro.
Compito di chi governa non è lamentarsi, ma cambiare le cose. Per questo noi, anziché cullarci nella
facile denuncia, sfidiamo in positivo le lavoratrici e i lavoratori volenterosi. Siete protagonisti della
riforma della Pubblica Amministrazione.
Nel merito: abbiamo maturato alcune idee concrete. Prima di portarle in Parlamento le offriamo
per un mese alla discussione dei soggetti sociali protagonisti e di chiunque avrà suggerimenti, critiche,
proposte e alternative. Abbiamo le idee e siamo pronti a intervenire. Ma non siamo arroganti e quindi ci
confronteremo volentieri, dando certezza dei tempi.
Le nostre linee guida sono tre.
1. Il cambiamento comincia dalle persone. Abbiamo bisogno di innovazioni strutturali:
programmazione strategica dei fabbisogni; ricambio generazionale, maggiore mobilità, mercato
del lavoro della dirigenza, misurazione reale dei risultati, conciliazione dei tempi di vita e di
lavoro, asili nido nelle amministrazioni.
2. Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’Amministrazione. Non possiamo più permetterci nuovi
tagli orizzontali, senza avere chiari obiettivi di riorganizzazione. Ma dobbiamo cancellare i
doppioni, abolendo enti che non servono più e che sono stati pensati più per dare una poltrona
agli amici degli amici che per reali esigenze dei cittadini. O che sono semplicemente non più
efficienti come nel passato. 3. Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei
servizi. Possiamo utilizzare le nuove tecnologie per rendere pubblici e comprensibili i dati di
spesa e di processo di tutte le amministrazioni centrali e territoriali, ma anche semplificare la
vita del cittadini: mai più code per i certificati, mai più file per pagare una multa, mai più moduli
diversi per le diverse amministrazioni.
Ciascuna di queste tre linee guida richiede provvedimenti concreti.
Ne indichiamo alcuni su cui il Governo intende ascoltare la voce diretta dei protagonisti a cominciare
dai dipendenti pubblici e dai loro veri datori di lavoro: i cittadini.
Il cambiamento comincia dalle persone
1) abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio, sono oltre 10.000 posti in più per giovani nella
p.a., a costo zero
2) modifica dell'istituto della mobilità volontaria e obbligatoria
3) introduzione dell’esonero dal servizio
4) agevolazione del part-time
5) applicazione rigorosa delle norme sui limiti ai compensi che un singolo può percepire dalla pubblica
amministrazione, compreso il cumulo con il reddito da pensione
6) possibilità di affidare mansioni assimilabili quale alternativa opzionale per il lavoratore in esubero
7) semplificazione e maggiore flessibilità delle regole sul turn over fermo restando il vincolo sulle
risorse per tutte le amministrazioni
8) riduzione del 50% del monte ore dei permessi sindacali nel pubblico impiego
9) introduzione del ruolo unico della dirigenza
10) abolizione delle fasce per la dirigenza, carriera basata su incarichi a termine
11) possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico, oltre un termine
12) valutazione dei risultati fatta seriamente e retribuzione di risultato erogata anche in funzione
dell’andamento dell’economia
13) abolizione della figura del segretario comunale
14) rendere più rigoroso il sistema di incompatibilità dei magistrati amministrativi
15) conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, asili nido nelle amministrazioni
 Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’Amministrazione
16) riorganizzazione strategica della ricerca pubblica, aggregando gli oltre 20 enti che svolgono
funzioni simili, per dare vita a centri di eccellenza
17) gestione associata dei servizi di supporto per le amministrazioni centrali e locali (ufficio per il
personale, per la contabilità, per gli acquisti, ecc.)
18) riorganizzazione del sistema delle autorità indipendenti
19) soppressione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione e attribuzione delle funzioni alla
Banca d'Italia
20) centrale unica per gli acquisti per tutte le forze di polizia
21) abolizione del concerto e dei pareri tra ministeri, un solo rappresentante dello Stato nelle
conferenze di servizi, con tempi certi
22) leggi auto-applicative; decreti attuativi, da emanare entro tempi certi, solo se strettamente
necessari
23) controllo della Ragioneria generale dello Stato solo sui profili di spesa
24) divieto di sospendere il procedimento amministrativo e di chiedere pareri facoltativi salvo casi
gravi, sanzioni per i funzionari che lo violano
25) censimento di tutti gli enti pubblici
26) una sola scuola nazionale dell’Amministrazione
27) accorpamento di Aci, Pra e Motorizzazione civile
28) riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio (es. ragionerie provinciali e sedi regionali
Istat) e riduzione delle Prefetture a non più di 40 (nei capoluoghi di regione e nelle zone più
strategiche per la criminalità organizzata)
29) eliminazione dell'obbligo di iscrizione alle camere di commercio
30) accorpamento delle sovrintendenze e gestione manageriale dei poli museali
31) razionalizzazione delle autorità portuali
32) modifica del codice degli appalti pubblici
33) inasprimento delle sanzioni, nelle controversie amministrative, a carico dei ricorrenti e degli
avvocati per le liti temerarie 34) modifica alla disciplina della sospensione cautelare nel processo amministrativo, udienza di merito
entro 30 giorni in caso di sospensione cautelare negli appalti pubblici, condanna automatica alle spese
nel giudizio cautelare se il ricorso non è accolto
35) riforma delle funzioni e degli onorari dell’Avvocatura generale dello Stato
36) riduzione delle aziende municipalizzate
Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei
servizi
37) introduzione del Pin del cittadino: dobbiamo garantire a tutti l’accesso a qualsiasi servizio pubblico
attraverso un'unica identità digitale
38) trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche: il sistema Siope diventa “open data”
39) unificazione e standardizzazione della modulistica in materia di edilizia ed ambiente
40) concreta attuazione del sistema della fatturazione elettronica per tutte le amministrazioni
41) unificazione e interoperabilità delle banche dati (es. società partecipate)
42) dematerializzazione dei documenti amministrativi e loro pubblicazione in formato aperto
43) accelerazione della riforma fiscale e delle relative misure di semplificazione
44) obbligo di trasparenza da parte dei sindacati: ogni spesa online
Sarà per noi importante leggere le Vostre considerazioni, le Vostre proposte, i Vostri suggerimenti.
Scriveteci all'indirizzo rivoluzione@governo.it
La consultazione sarà aperta dal 30 aprile al 30 maggio. Nei giorni successivi il Governo predisporrà le
misure che saranno approvate dal Consiglio dei Ministri venerdì 13 giugno 2014.
Grazie di cuore e, naturalmente, buon lavoro.
Matteo Renzi Marianna Madia"""""