Contrariamente a quel che appare, occorre sapere che la spinta al rimborso dei
crediti delle imprese nei confronti delle PA non viene asolutamente dal governo
italiano e dalla sua burocrazia nè dalle forze politiche che hanno governato
finora.Come per tante altre innovazioni avute in questi anni in Italia
, l'impulso decisivo viene dalla Commissione Europea ed è il prodotto di un
lavoro di tre anni.Si tratta in realtà di una sconfitta della burocrazia
italiana, in quanto il decreto è stato un atto obbligato per uniformarsi alle
direttive europee.Nei prossimi mesi la Banca d'Italia, il Ministero
dell'Economia, la Regioneria Generale dello Stato, i Ministeri, tutte le
Pubbliche Amministrazioni faranno di tutto pur di rallentare e ritardare questo
impegno. Già la tempistica per fornire al governo da parte di ogni PA l'elenco
dei debiti (qualcosa che non si è fatto per anni e che si vorrebbe realizzare in
due settimane) appare fuori dalla realtà e gli esperti concordano che tutto
l'apparato del decreto non sia altro che il progetto di un gigantesco rubinetto
non in grado di erogare alcunchè, se non, almeno, di fatto, tra una decina di
mesi.Ossia quando tante imprese saranno cessate e tanti imprenditori ancora
suicidatisi.Una enorme, gigantesca presa in giro che non sta denunciando nessuno
, all'interno delle Pubbliche Amministrazioni, men che meno i sindacati i quali
nella peggiore delle ipotesi sono collusi con l'alta dirigenza, nella migliore
sono timorosi di evidenziare inefficienze per eventuali reazioni dell'opinione
pubblica che portino a chiedere ulteriori tagli occupazionali nel pubblico
impiego.E costoro non si rendono conto di aver perso una irripetibile occasione
per schierare i funzionari pubblici con la parte produttiva del paese
togliendoli dalle grinfie dei parassiti raccomandati col colletto bianco. E'
indubbio infatti che la popolarità dei dipendenti pubblici (quella che manca
loro da trent'anni e che pian piano li ha condotti al decadimento professionale
e retributivo) cambierebbe di colpo se dimostrassero di sapersi meglio scegliere
le amicizie e i sindacati e di avere a cuore innanzitutto la salute del loro
assistito (il cittadino) anche se l'ospedale in cui lavorano (la loro
amministrazione) ha vistose carenze strutturali.