ALP aderente a AGL Alleanza Generale del Lavoro (confederazione sindacale dei lavoratori) codice fiscale: 97624870156; atto costitutivo (e statuto) registrato presso l'Agenzia delle Entrate, DP I MILANO-UT di Milano 1, in data 04/06/2012, serie 3, n.7107- sede naz.le:Via Antonio Fogazzaro 1, sc.sin. 3° piano, 20135 Milano, tel.3349091761, fax +39/1782736932, Whatsapp 3455242051, e-mail agl.alleanzageneraledellavoro@gmail.com ; e-mail certificata: alleanzageneraledellavoro@pec.it

sabato 30 giugno 2012

IL GOVERNO SI PREPARA A TAGLIARE DIECIMILA DIPENDENTI PUBBLICI?

Lunedì il Governo incontrerà Sindacati ed Enti Locali. Mancano 10 miliardi di euro.Il debito pubblico è di duemila miliardi di euro . Se ne potrebbe uscire con un aumento dell'IVA dal 21 al 23% ma è sconsigliabile perchè bloccherebbe la crescita.
Il ventaglio delle possibilità riguardo ai tagli comprende:imposta sulla casa, Province, pubblico impiego.Inutile negarlo: è su quest'ultimo che si sono accesi i riflettori.E' infatti illusorio pensare che questa sia la volta buona per la soppressione delle provincie e delle migliaia di enti strumentali che foraggiano il sottobosco politico.
Innanzitutto blocco delle tredicesime, delle telefonate verso i cellulari, riduzione importo dei buoni pasto.Poi 10.000 esuberi con messa in mobilità per 2 anni all'80% dello stipendio lordo.Si sta studiando una deroga alla riforma Fornero per mandare in pensione molti altri statali vicini ai 60 anni.Si mormora di tagli di un dirigente su 5 e un funzionario su 10.
Reazione dei sindacati? Prevedibilmente abbaieranno alla luna e ingoieranno il boccone. Come è avvenuto in passato in situazioni analoghe. Certo, non così traumatiche come questa spending review.
Si preparano, per migliaia di famiglie, spesso monoreddito e in situazione finanziaria non facile, di impiegati pubblici, tempi durissimi.La povertà, le mense della Caritas e i dormitori già sono nel concreto orizzonte dei pensionati pubblici futuri (si parla di pensioni al 40-50% dell'ultimo stipendio). Tra poco entreranno anche in quello di molti impiegati dai 55 anni in poi.
Ma anche per la Pubblica Amministrazione siamo a una svolta storica (qualcosa l'abbiamo visto, come un trailer, nella situazione greca). Salterà il patto non scritto che da decenni, in cambio di una stabilità di fatto del posto di lavoro, otteneva sostanziale accondiscendenza da parte dell'impiegato e delle sue rappresentanze. Probabilmente la PA porterà dentro se stessa una guerra dalle caratteristiche inedite. I sindacati interni non hanno il know how per gestirla e condurla. E' ipotizzabile il sorgere di soggetti sindacali con caratteristiche conflittuali (veri, non quelli che ci sono ora, che il giorno scrivono comunicati di fuoco e la notte si mettono d'accordo al pari degli altri con la dirigenza per fare carriera).
Altro fenomeno spiacevole che sicuramente si verificherà sarà la discriminazione concordata (come avviene nel privato) per far sì che tra gli esuberi vi siano soprattutto i soggetti più scomodi, per dirigenza e sindacati:gli indipendenti, quelli che producono più degli altri ma hanno il difetto di avere una dignità (a rischio, quando la gerarchia non è determinata dal merito ma dalle entrature) e di pensare con la propria testa. Ne verrà un danno enorme, un crollo qualitativo del personale, forze il colpo decisivo per la povera PA italiana e per i suoi cittadini-utenti-contribuenti, ancora più sfortunati.
Un consiglio: non delegate più a nessuno, diventate tutti sindacalisti e politici di voi stessi, colpite il privilegio prima che sia questo ad affossare la vostra vita. Se sapete qualcosa, parlate, denunciate, riferite. Ci sono segreti nella PA che voi soli conoscete perchè da anni siete lì dentro.Forse esiste ancora una parte dello Stato, che in buona fede, crede nella legalità e nella giustizia. Meglio combattere che attendere che la bufera passi.Se proprio è destino che dobbiate soccombere, vendete cara la vostra pelle.E se perderete il posto, non abbattetevi. Fuori della PA ci sono tante possibilità di affermarsi a vostra disposizione, se ne avete le qualità (che sicuramente non hanno dirigenti raccomandati che solo in questa PA potrebbero essere assunti: fuori non sopravviverebbero).

lunedì 25 giugno 2012

SPENDING REVIEW NELLA P.A.: QUELLO CHE I SINDACATI NON SANNO, NON POSSONO O NON VOGLIONO DIRE.

Dicono che in Italia non ci sia più l'unità sindacale. Non si direbbe, scorrendo le prese di posizione sulla Spending Review. L'unità programmatica e metodologica è a dir poco granitica. Si avvicina la fine del mondo, probabilmente (la Spending Review), e quindi tutti, ricchi e poveri, belli e brutti, piccoli e grandi pregano e si perdonano l'un l'altro.
Punto di partenza, una giusta osservazione: il Governo decreta senza consultarci. E' una novità di Monti? No, è una tradizione dei governi degli ultimi vent'anni, di destra, di centro e di sinistra. Chi governa è lì col mandato degli elettori, i quali (tranne chi ci lavora, per istinto di autoconservazione) non ne possono più di una PA fatta così e che a maggioranza vogliono che la PA serva a qualcosa di migliorativo della propria vita, sia più efficiente e dimagrisca nei costi. In realtà ci si accontenterebbe almeno che non fosse troppo esosa e assillante con il contribuente. Con o senza l'appoggio dei sindacati. Anzi, se questi urlano di dolore vuol dire che si è toccato dove era giusto farlo.E i sindacati? Non si tocchino più i lavoratori pubblici, loro hanno già dato, il turn over è bloccato, i contratti non si rinnovano più, i servizi rischiano di sparire a causa dei tagli lineari, per carità non si parli di licenziamenti di massa in questa fase senza speranza, ecc. ecc.
E' la solita commedia. La montagna dei tagli partorirà un topolino, si cercherà di non irritare l'elettore (che oggi viaggia, quella non manca mai, in un vero e proprio supermarket dell'antipolitica: ce n'è per tutte le tasche e per tutta la lunghezza della nostra penisola).Come quei poveri non vedenti (veri) che camminano per strada col bastone bianco, Monti e i suoi compagni di gita governativa staranno attenti ad aggirare tutti quegli ostacoli che sembrano troppo duri. Ma andranno comunque avanti, finchè serviranno ai partiti che non potevano, per manifesta inferiorità, gestire questa fase critica.Vogliono l'incontro con il Governo prima che la Spending Review sia attuata. Nella PA, in particolare, ci si chiede perchè la mano destra (Monti/Fornero) abbia agito non tenendo conto di quel che faceva l'altra mano (Patroni Griffi). Memoria corta: ci si è già scordati delle riunioni con i Ministri della Funzione Pubblica in cui non era presente neppure un ologramma di qualcuno del Ministero dell'Economia (i cordoni della borsa) a rassicurare sugli impegni?
Cori pertanto finti, rituali, ipocriti e impotenti. La vera sfida, per i Sindacati della PA è provare che l'attuale PA possa servire a qualcosa ossia per un motivo diverso da quello di essere ammortizzatore sociale per 50-60enni che se fatti fuori ingrosserebbero la massa degli esodati. In altre parole: stavolta i Sindacati dovrebbero incontrare non il Governo ma i cittadini che quel governo dice di rappresentare (non elettoralmente ma , nel disagio e nel fastidio, sì).Niente stati di agitazione, quindi, niente scioperi, ma proposte, piani alternativi. Pensate che c'è arrivato pure il governo (strumentalmente e teatralmente) a capire che qualcosa ai cittadini doveva essere chiesto direttamente.Se i sindacati sapessero coagulare non solo i desideri dei loro associati che, giustamente, nelle loro Amministrazioni, si sentono assediati e minacciati ma quelli di questi ultimi e di tutti i cittadini che lavorano al di fuori della PA, quale alibi resterebbe al governo dei banchieri?
Qui è lo spartiacque, la prova della verità per valutare chi e quali sindacati siano organici o meno alle logiche dei grandi gruppi finanziari. Perchè nelle piattaforme sindacali si parla genericamente di lotta all'evasione non dando altra soluzione che la conservazione e l'aumento del personale delle Agenzie Fiscali, organizzate così come sono e non si ha il coraggio di indicare cose più concrete e afferrabili per restituire i soldi ai ccittadini?Esempi: le consulenze esterne delle PA, i costi dei palazzi del potere, l'obbligo che un pubblico amministratore possa avere uno e un solo incarico alla volta, le spese militari, il ritiro dalle missioni estere, la fine delle agevolazioni fiscali alle confessioni religiose, il finanziamento pubblico a partiti e ad editoria, abbassamento degli stipendi dei dirigenti a poco sopra quello dei funzionari apicali, la scaricabilità di ogni spesa individuale dalle nostre tasse, riduzione e razionalizzazione delle istituzioni locali,ecc. Ecc.
Proposte vecchie, se vogliamo ma da anni tabù per tutti i sindacati in quanto troppo “politiche”. Ma cosa è rimasto della politica? Nulla, si viaggia a vista, elezione per elezione, cavalcando tutto e il contrario di tutto. Ma ora c'è la Spending Review. La domanda a cui non si può evitare di rispondere è: “come Stato dove recupero questi soldi?”La risposta sindacale (e delle forze sociali) non può essere: “non da me, perchè ho già dato” ma:”mi assumo la responsabilità, in nome dei cittadini , di tutti i cittadini, di indicarti questa soluzione e di sostenerti nel perseguirla”. Solo così i Sindacati della PA, i lavoratori della PA che essi dovrebbero rappresentare al meglio potranno riannodare quel legame e quella solidarietà che da vent'anni li separano dall'opinione pubblica e dal resto dei cittadini che lavorano e producono. E vincere, finalmente..

sabato 9 giugno 2012

UNA PASSERA NON FA PRIMAVERA (PER LE MICROIMPRESE)




Apprendiamo della grottesca vicenda in corso al Ministero dello Sviluppo Economico relativa alle “cambiali finanziarie” nel decreto sviluppo. Originariamente, in commissione, era stata concepita come una mini obbligazione riservata alle piccole imprese. Senonchè, dopo la sosta nel nido di Passera (il Ministero) l'art. 11 del decreto (strumenti di finanziamento delle PMI) cerca di prendere il volo ma si accorge di non poterlo più fare . Gli sono state tagliate le alucce. Per fortuna non rovina al suolo ma tra i rovi della burocrazia (in odore di Lobby). Originariamente in esso era previsto che tutte le imprese potessero usufruire del nuovo strumento finanziario. Ora sono, in sostanza, escluse le microimprese. Ed è stato previsto, in sostanza anche l'obbligo del giudizio di un'agenzia di rating per emettere il mini bond.

Ma questo top manager non si era impegnato a dirigere il suo Dicastero rifuggendo dalle logiche vetuste dei polverosi ministeri?

Sembrerebbe una commedia di Totò, se non fosse che ci sono piccoli imprenditori che si suicidano strozzati da un sistema di credito bancario incivile e lavoratori delle PMI senza ammortizzatori sociali sicuri e sufficienti che piombano sul lastrico con le loro famiglie.

VICEMINISTRO GRILLI, LO RIPETEREBBE AD UNA PLATEA DI AMMALATI?



Ieri a S.Margherita il convegno dei giovani industriali. Dice il Vice Ministro dell'Economia Grilli:

in gran parte la lotta agli sprechi è già stata fatta quando sono stati tagliati i budget dei ministeri. Ora bisogna estendere questi tagli su tutto il territorio nazionale. Ridimensionare la Pubblica Amministrazione, renderla più piccola, ridare all'economia privata gran parte di quello che fa oggi il settore pubblico, accompagnando la riforma con una riduzione del patrimonio pubblico, immobiliare e delle municipalizzate. In modo che lo Stato possa garantire l'essenziale al costo giusto e chiudere il resto. Un ridisegno della società.

Diciamo noi: dall'inizio del governo Monti gli sprechi sono maggiori, i tagli ai ministeri sono un inganno , le poltrone si stringono, poi si moltiplicano (a fisarmonica) , gli alti dirigenti statali guadagnano sempre di più e il piccolo impiegato pubblico è alle soglie della povertà. L'economia privata (non quella dei piccoli artigiani ma dei grandi speculatori) è, in occidente, la prima responsabile del dissesto. E le banche (autorevolmente rappresentate da Grilli) sono in prima linea, colpevolmente, in questo disastro. Ai privati non basta. Vogliono ammortizzare i propri costi comprando a basso prezzo la parte buona della PA e buttare via quella che a loro non serve e che semmai è essenziale per i più poveri. Poi, quando il barile sarà raschiato, andranno all'estero.

Prima o poi saranno fermati, quando si tornerà alla democrazia, da una politica che si riapproprierà del proprio ruolo e che, a differenza di Grilli, saprà dire cosa verrà tagliato e cosa no. Nel frattempo però sia chiaro che: non è vero che il privato sia il bene e il pubblico il male. In Italia hanno fatto a gara a chi combinava più danni. Il problema è nel manico: chi dirige deve perseguire gli interessi della collettività, prima ancora di quelli personali. E' scritto nella Costituzione e molti se ne sono dimenticati. E' la premessa per ogni riforma delle strutture amministrative e per ogni liberalizzazione. E, visto che l'esempio è essenziale, chi comanda deve avere la stessa faccia in tutte le occasioni. Il Viceministro Grilli ce lo dimostri andando a ripetere le stesse cose nella sala di aspetto di un ospedale.