Ecco l'amara verità: il lavoro pubblico, in Italia, così com'è (grazie soprattutto a voi sindacati confederali e autonomi) non serve a nulla. Tutti i governi, non potendo licenziare in massa, hanno bloccato le uniche due cose possibili: il turn-over e gli aumenti di stipendio. C'è chi ve lo dice e chi non ve lo dice. Chi lo fa di nascosto e chi palesemente per prendere voti.
Il cittadino, quando ne avrebbe bisogno, salta, aggira, elude la Pubblica Amministrazione. Perchè non solo non serve a nulla ma può pure danneggiare o rovinare la tua vita.
Ognuno si faccia un esame di coscienza e verifichi se ciò, nella propria vita, è risultato vero o falso.
Landini poi è uno spettacolo. E' l'unico che chiaramente ti indica come uscire dalla crisi. Lui è l'unico che si capisca, quando parla, che ti dia una soluzione.Quale? Quella in base alla quale occorre proprio fare diametralmente il contrario di quanto lui dice. Pertanto: dare priorità alla qualità e non alla quantità del lavoro, Dare la possibilità a chi vuole di lavorare di più , per quanti anni vuole e lasciare a casa, con un assegno sociale, quelli che non ne hanno voglia o rimanendo fanno solo danni (soprattutto nella pubblica amministrazione). Decontrattualizzare e rilegificare il rapporto di lavoro di tanti settori del pubblico impiego, diminuire l'importanza del contratto nazionale e capovolgere la gerarchia delle fonti contrattuali. Spazio a contratti aziendali perchè i tempi sono cambiati: gli analfabeti e i ruffiani ci sono ancora, ma non tra i lavoratori bensì solo tra i rappresentanti sindacali confederali e autonomi.
Infine tre questioni su cui i sindacati sono sempre in difficoltà: il precariato, gli aumenti alle forze dell'ordine e i licenziamenti degli assenteisti.
Nulla è cambiato nelle classiche posizioni perdenti dei sindacati. Che sia un valore positivo il poter cambiare lavoro nella vita frequentemente e che non si possa diventare tutti impiegati statali (per i quali la stabilità tra un po' non esisterà più) ai leader sindacali non vuole entrare nel cervello nemmeno col trapano. Aspettiamo il XXII secolo , a questo punto. Che aumenti di stipendio abbiano solo un valore simbolico (5, 7 , 80, 150 euro che siano) non lo si vuole dire perchè altrimenti crollerebbe tutto il teatrino. Perchè , riguardo alle forze dell'ordine, il cui mantenimento in periodi come questi presenta costi proibitivi, a nessuno dei sindacati è mai venuto in mente di superare il problema, rimettendo in discussione il monopolio statale della sicurezza? Ma intanto, quanti posti di lavoro produrrebbe un incremento della fabbricazione di armi da difesa liberamente acquistabili da ogni cittadino (cambiando le leggi esistenti) così come possibile in USA? La CISL, per esempio, oltre a riprodurre nella propria bandiera le strisce di quella americana potrebbe promuovere queste novità. Licenziamenti degli assenteisti. E' vero, già possibili con le norme esistenti, non applicate però proprio per la connivenza e lo scambio di favori fra dirigenza e sigle sindacali. Ma qui il problema è un altro: ci vorrebbero licenziamenti per esuberi, nel Pubblico Impiego che in Italia sono stati sempre tabù. Ecco, i Sindacati facciano un elenco delle pubbliche amministrazioni e delle relative funzioni che non servono a niente. Vuoi vedere che sarebbe recuperato il valore di mercato del posto pubblico e il cittadino vedrebbe nella PA qualcosa di utile, meritevole di essere premiato con onerosi aumenti stipendiali?
P.S.: ci stavamo dimenticando dei Puffi, ossia delle 26 sigle sindacali di contorno. Non preoccupatevi. A Natale, quando si fa l'albero, vengono tirate fuori, dagli scatoloni, palle e pallette, stelle e nastrini. Vedrete che dopo le Feste tornerete al vostro posto (anche in base agli accordi sulla rappresentanza che i confederali stanno firmando a tutto spiano con i datori di lavoro) ... Non era proprio Barbagallo che ai tempi dello sciopero della scuola si era lamentato dicendo: ci hanno chiamato a un incontro alla Funzione Pubblica, come organizzazioni rappresentative e mi sono trovato intorno decine di sigle sindacali. E mi sono (e ho) chiesto: e questi chi sono?....
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Fonte: www.repubblica.it
Pubblico impiego, Camusso: "Sciopero? Decideremo come proseguire mobilitazione"
In piazza oltre 30mila persone, secondo gli organizzatori, per chiedere lo sblocco dei contratti nella Pa. La leader Cgil: "Poletti vuole apparire cone Ufo robot". Barbagallo: "Contratto entro l'anno"
ROMA - "L'idea"
che emerge è quella di un "ministro che non conosce com'è
fatto il lavoro" e "vuole apparire come Ufo robot, per
risolvere tutti i problemi. Ma le condizioni non vanno che
peggiorando". Così la leader Cgil, Susanna Camusso,
ha commentato, nel corso della manifestazione del pubblico impiego,
le parole del ministro Giuliano Poletti, che
ieri aveva detto di non utilizzare solo l'ora-lavoro come
riferimento per i contratti. "L'idea che ha il ministro - ha
sottolineato Camusso - è che non ci siano più delle regole per i
diritti dei lavoratori. Il ministro non conosce com'è fatto il
lavoro, il rapporto che c'è tra la fatica e il tempo dei lavori.
Vorrei vederlo a tradurre ciò che ha detto nella concretezza del
lavoro quotidiano delle persone. Forse - ha evidenziato Camusso - un
ministro del Lavoro dovrebbe sapere di cosa parla".
Critico anche il segretario generale
della Uil, Carmelo Barbagallo: "Il ministro del
lavoro Poletti è entrato a gamba tesa sulla questione dei rinnovi
contrattuali e questo non va bene. Io parlo da 6 mesi di rivoluzione
industriale 4.0 e lui credo non sappia cosa sia. Se dobbiamo
discutere seriamente - ha detto Barbagallo - noi siamo pronti, ma se
pensano attraverso slogan giornalistici di fare un attacco ulteriore
alla contrattazione per un neo liberismo selvaggio, hanno sbagliato
tempo e modo". Poi, dal palco, ha aggiunto: "Se non si fa
il contratto subito, entro l'anno, la prossima manifestazione non
sarà né di sabato né di domenica".
"C'è voluta la Corte costituzionale per dire che il contratto è un diritto dei lavoratori, ma il governo fa finta di non sentire e offre 5 euro dopo sei anni, ma non c'è diginità in questo, si vergogni il governo", ha detto il segretario generale della Cisl, Annmaria Furlan.
Di offesa nei confronti dei lavoratori parla il leader della Fiom, Maurizio Landini: "Sinceramente questa idea di superare l'orario di lavoro è un'offesa alle persone che invece, per quanto lavorano, sono retribuite troppo poco", ha detto commentando le parole del ministro del Lavoro. Per Landini il problema è che "l'orario di lavoro bisognerebbe ridurlo e redistribuirlo per aumentare l'occupazione": un'ipotesi però che appare lontana "in un paese in cui l'età di pensionamento è a 70 anni e l'orario di lavoro tra i più alti d'Europa". Metalmeccanici e lavoratori del pubblico impiego sono insieme in piazza oggi a Roma perché, spiega Landini, "il contratto è un diritto di tutti" anche se il governo "ha voglia di favorire al scomparsa del contratto nazionale". Cosa "inaccettabile perché resta uno strumento di tutela generale che invece va rafforzato, non indebolito o cancellato", conclude.
"C'è voluta la Corte costituzionale per dire che il contratto è un diritto dei lavoratori, ma il governo fa finta di non sentire e offre 5 euro dopo sei anni, ma non c'è diginità in questo, si vergogni il governo", ha detto il segretario generale della Cisl, Annmaria Furlan.
Di offesa nei confronti dei lavoratori parla il leader della Fiom, Maurizio Landini: "Sinceramente questa idea di superare l'orario di lavoro è un'offesa alle persone che invece, per quanto lavorano, sono retribuite troppo poco", ha detto commentando le parole del ministro del Lavoro. Per Landini il problema è che "l'orario di lavoro bisognerebbe ridurlo e redistribuirlo per aumentare l'occupazione": un'ipotesi però che appare lontana "in un paese in cui l'età di pensionamento è a 70 anni e l'orario di lavoro tra i più alti d'Europa". Metalmeccanici e lavoratori del pubblico impiego sono insieme in piazza oggi a Roma perché, spiega Landini, "il contratto è un diritto di tutti" anche se il governo "ha voglia di favorire al scomparsa del contratto nazionale". Cosa "inaccettabile perché resta uno strumento di tutela generale che invece va rafforzato, non indebolito o cancellato", conclude.
Più di trentamila in piazza.
Il corteo dei lavoratori del pubblico impiego e della scuola per
lo sblocco dei contratti nella Pa, circa 30 mila persone, secondo gli
organizzatori, è partito da piazza della Repubblica a Roma. In
testa, dietro lo striscione che è lo slogan della manifestazione
'Contratto subito', ci sono i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna
Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, insieme ai segretari
generali delle diverse categorie oggi in piazza. Dopo sei anni di
attesa e due rinnovi persi, i sindacati chiedono un contratto "vero"
per gli oltre tre milioni di lavoratori pubblici e oggi hanno cercato
di dar voce al disagio dei 700 mila addetti di terzo settore e
privato sociale.
Poco ottimismo. Camusso ha sottolineato che "con queste cifre è evidente che non si riesce a fare un rinnovo del contratto. Ma intanto si apra prima la discussione e si vedrà di conseguenza che c'è bisogno di cambiare le cifre", ha detto, parlando del rinnovo del contratto del pubblico impiego. Non sembra esserci spazio per l'ottimismo sulle prossime mosse del governo che, secondo il numero uno del sindacato, si è presentato "come il governo della modernizzazione, invece siete il governo dell'unilateralità come il pupazzo Ercolino sempre in piedi che oscillava, ma poi tornava sempre allo stesso punto; faceva giocare i bambini. ma non fa andare avanti il Paese". E ha proseguito: "Dopo 7 anni di blocco non si può immaginare di dare 7 euro ai lavoratori. Dopodiché il tema non è rincorrere le cifre, ma la volontà del governo di non aprire al rinnovo dei contratti", ha detto ancora Camusso, rinviando a una decisione prossima l'ulteriore proseguimento della mobilitazione. A chi chiede se si programma uno sciopreo generale, Camusso ha risposto: "Decideremo sulla base delle risposte che riceveremo". Una cosa è certa, ha proseguito la leader dal palco: il sindacato non si fermerà. "Non ci fermeremo se non mettete risorse in legge di stabilità". Se si arriva "al 15 dicembre" e nulla cambia, allora, aggiunge "avete sbagliato i conti", ha detto ancra, sottolineando che è necessario smettere di fare propaganda: "Si è utilizzato il superamento del precariato per dividere i lavoratori". Quanto alle forze dell'ordine, per Camusso "i problemi non si risolvono con un bonus, ma serve il contratto".
Assenze e licenziamenti. Non bisogna puntare l'attenzione solo sugli assenteisti, ma anche sui dirigenti che non fanno rispettare le regole. Di questo è convinta la leader della Cgil: "Il ministro ha un chiodo fisso", ha risposto ai giornalisti che le hanno chiesto un commento alle dichiarazioni del ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, sui licenziamenti dei lavoratori pubblici assenteisti. "Il ministro dovrebbe porsi la domanda di perché succedono cose di questo tipo e dove stavano dirigenti ed amministratori. Bisogna chiedersi - ha concluso - perché non applicano le regole che ci sono".
Poco ottimismo. Camusso ha sottolineato che "con queste cifre è evidente che non si riesce a fare un rinnovo del contratto. Ma intanto si apra prima la discussione e si vedrà di conseguenza che c'è bisogno di cambiare le cifre", ha detto, parlando del rinnovo del contratto del pubblico impiego. Non sembra esserci spazio per l'ottimismo sulle prossime mosse del governo che, secondo il numero uno del sindacato, si è presentato "come il governo della modernizzazione, invece siete il governo dell'unilateralità come il pupazzo Ercolino sempre in piedi che oscillava, ma poi tornava sempre allo stesso punto; faceva giocare i bambini. ma non fa andare avanti il Paese". E ha proseguito: "Dopo 7 anni di blocco non si può immaginare di dare 7 euro ai lavoratori. Dopodiché il tema non è rincorrere le cifre, ma la volontà del governo di non aprire al rinnovo dei contratti", ha detto ancora Camusso, rinviando a una decisione prossima l'ulteriore proseguimento della mobilitazione. A chi chiede se si programma uno sciopreo generale, Camusso ha risposto: "Decideremo sulla base delle risposte che riceveremo". Una cosa è certa, ha proseguito la leader dal palco: il sindacato non si fermerà. "Non ci fermeremo se non mettete risorse in legge di stabilità". Se si arriva "al 15 dicembre" e nulla cambia, allora, aggiunge "avete sbagliato i conti", ha detto ancra, sottolineando che è necessario smettere di fare propaganda: "Si è utilizzato il superamento del precariato per dividere i lavoratori". Quanto alle forze dell'ordine, per Camusso "i problemi non si risolvono con un bonus, ma serve il contratto".
Assenze e licenziamenti. Non bisogna puntare l'attenzione solo sugli assenteisti, ma anche sui dirigenti che non fanno rispettare le regole. Di questo è convinta la leader della Cgil: "Il ministro ha un chiodo fisso", ha risposto ai giornalisti che le hanno chiesto un commento alle dichiarazioni del ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, sui licenziamenti dei lavoratori pubblici assenteisti. "Il ministro dovrebbe porsi la domanda di perché succedono cose di questo tipo e dove stavano dirigenti ed amministratori. Bisogna chiedersi - ha concluso - perché non applicano le regole che ci sono".