Roberto Fasciani è il nuovo Direttore di EUROPE CHINESE NEWS.
mercoledì 21 settembre 2016
ROBERTO FASCIANI DIRETTORE DI EUROPE CHINESE NEWS
a destra, la Presidente di MILAN HUAXIA GROUP, Angela Zhou
Roberto Fasciani è il nuovo Direttore di EUROPE CHINESE NEWS.
Roberto Fasciani è il nuovo Direttore di EUROPE CHINESE NEWS.
sabato 9 gennaio 2016
MA ANCHE CONSERVARE UN POSTO FISSO (E PERCEPIRE POI LA RELATIVA PENSIONE) AVUTO CON LA RACCOMANDAZIONE E' CONSIDERATO UN “DIRITTO ACQUISITO”?
AGL: piano piano l'opinione pubblica
sta prendendo coscienza di questo scandalo tutto italiano. Occorre
trovare il modo di individuare chi ha ricoperto o occupa nella PA un
posto ottenuto con la raccomandazione e provvedere a sanare questa
ingiustizia nella maniera più severa. Quanti stipendi e quante
pensioni potrebbero essere recuperate? Tanti, probabilmente per un
risparmio di miliardi di euro. Occorre avere la volontà politica e
il coraggio di farlo e ovviamente apprestare gli strumenti normativi
occorrenti. Incentivare la raccolta di prove, la delazione, il
pentitismo. Utilizzare intercettazioni e agenti provocatori. Rischi
elettorali? Una volta si, oggi più nessuno. Anzi. Il senso di
oppressione che suscitano e l'arroganza che manifestano questi
parassiti sono talmente diffusi che pur di premiare una politica che
mettesse le mani in questo verminaio tornerebbero a votare tanti che
oggi si astengono.
******************************************************************+
Fonte: http://www.cgiamestre.com
LE INEFFICIENZE DELLA PA FRENANO LA RIPRESA
Il malfunzionamento della Pubblica amministrazione italiana continua ad avere “un impatto molto negativo sull’economia del nostro Paese frenandone la ripresa”.A ricordarlo è il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo che assieme ai ricercatori della CGIA ha raccolto ed elencato le principali inefficienze della nostra macchina pubblica e i conseguenti effetti economici che queste criticità producono sui bilanci delle famiglie e delle imprese italiane.
In sintesi si puntualizza che:
· i debiti della Pa nei confronti dei fornitori ammontano (al lordo della quota ceduta dai creditori in pro-soluto alle banche) a 70 miliardi di euro;
· il deficit logistico-infrastrutturale penalizza il nostro sistema economico per un importo di 42 miliardi di euro l’anno;
· il peso della burocrazia grava sulle Piccole e medie imprese (Pmi) per un importo di 31 miliardi di euro l’anno;
· sono 24 i miliardi di euro di spesa pubblica in eccesso che non ci consentono di ridurre la nostra pressione fiscale in media Ue;
· gli sprechi e la corruzione presenti nella sanità ci costano 23,6 miliardi di euro l’anno;
· la lentezza della nostra giustizia civile costa al sistema Paese 16 miliardi di euro l’anno.
In relazione al fatto che queste inefficienze sono tratte da fonti statistiche diverse e che in alcuni casi i costi si sovrappongono, non è possibile sommarne gli effetti economici.
Tuttavia, queste avvertenze non pregiudicano la correttezza del seguente ragionamento:
“E’ possibile affermare con buona approssimazione – prosegue Zabeo – che gli effetti economici derivanti dall’inefficienza della nostra Pubblica amministrazione siano superiori al mancato gettito riconducibile all’evasione fiscale che, a seconda delle fonti, sottrae alle casse dello Stato tra i 90 e i 120 miliardi di euro ogni anno. E’ altresì verosimile ritenere che se recuperassimo una buona parte dei soldi evasi al fisco, la nostra macchina pubblica funzionerebbe meglio e costerebbe meno. Analogamente, è altrettanto plausibile ipotizzare che se si riuscisse a tagliare sensibilmente la spesa pubblica, permettendo così la riduzione di pari importo anche del peso fiscale, molto probabilmente l’evasione sarebbe più contenuta, visto che molti esperti sostengono che la fedeltà fiscale di un Paese è direttamente proporzionale al livello di pressione fiscale a cui sono sottoposti i propri contribuenti”…
CLICCA QUI PER SCARICARE TUTTA LA NEWS
*****************************************************************
Raccomandazioni, l’esercito dell’aiutino: ’20mila richieste in 12 anni da onorevole’
Il racconto di Carmine Nardone, parlamentare del Pci-Pds dal 1987 al 1999: tra preghiere di trasferimenti, promozioni, favori, esami all'università, alla porta della sua casa di Benevento bussavano in tantissimi. Un bestiario della spintarella che descrive un fenomeno tutto italiano
di Antonello
Caporale | 6 gennaio 2016
Supplicanti. L’aiutino
per un posto di lavoro, anzitutto. Ma anche, nella linea discendente
della raccomandazione come utilità marginale e
certezza sempiterna del potere che elargisce agli amici, per il
trasferimento del figliolo, spesso poliziotto,
dal nord al sud, o anche per la promozione del figliolo, per l’esame
all’università della figliola, o soltanto per
avere un favore, persino di quelli minuti e tristi. Nel
fascicolo dei suoi dodici anni da parlamentare del Pci-Pds
(luglio1987/aprile 1999) Carmine Nardone ha
ritrovato le perorazioni, le segnalazioni, i bisogni veri e finti di
una umanità sempre ricca di sofferenze, sempre in
credito verso lo Stato. Molte volte purtroppo bugiarda, poche volte
invece sincera. Nardone le ha contate: sono ventimila
giunte a lui, a volte col suo nome associato ad altri destinatari,
e le ha suddivise tra quelle buone e quelle cattive. “Il 25 per
cento rappresenta denunce di abusi subiti, diritti
negati, bisogni essenziali travisati o rigettati. Il restante 75 per
cento invece è il sunto dell’italiano medio. Ci sono richieste
di tutti i tipi, molte volte ragionevoli, altre veramente sfrontate.
In quest’ultimo spicchio hanno un peso particolare i supplicanti
“ossessivi”, coloro che vivevano nell’anticamera del potere.
“Io ricevevo gli elettori della mia
terra, Benevento, nella federazione del Pci, com’era
costume. Mi occupavo di agricoltura e dunque le
visite più fruttuose erano con chi conosceva la durezza di quella
fatica. Erano poveri, spesso oggetto delle angherie
di un sistema che invece di sostenerne la crescita e la speranza li
costringeva a produrre carte, li faceva ammattire con richieste che
non capivano (memorabile un contadino che si vide autorizzato
dall’Aima, l’istituto che distribuiva gli aiuti
in agricoltura, all’allevamento di 6,36 vacche.
Erano più di sei ma meno di sette!). Nondimeno si presentavano
alcuni professionisti della raccomandazione.
Facevano il giro delle quattro chiese. Frase tipica: Non ho mai
chiesto niente”.
Nell’archivio di Nardone sono finite figure di ogni tipo con
richieste di ogni tipo ed esiti, come vedremo,
imprevedibili. “Un giorno si presenta una famigliola:
marito, moglie e figlia. Chiedono a mia madre anziana di intercedere
e anticipare a me la loro visita. “È brava gente, aiutali se
puoi”, mi dice mamma. Li ricevo in casa e il papà
mi spiega il problema: sua figlia deve affrontare un difficile
esame all’università, se avessi potuto parlarne
col professore… Rispondo che così avrebbero fatto
del male proprio alla loro amata fanciulla, e comunque no. Prima di
salutarli scambio due parole con la ragazza che sorprendentemente mi
rivela di essere in imbarazzo per la sfrontatezza
dei genitori. La invito a studiare e a restare tranquilla”. Passano
dei giorni, mia madre mi dice che le ha appena fatto visita la coppia
lasciandomi una scatola di cioccolatini,
ringraziandomi perché la loro figlia ha superato l’esame. Apro la
scatola e trovo delle banconote. Li convoco dicendo
loro che non sarei andato dai carabinieri a sporgere
denuncia ma devono ritirare immediatamente scatola e banconote e non
farsi vedere più. Quella coppia nemmeno per un minuto ha immaginato
che il merito della promozione fosse esclusivamente
della loro figlia, frutto del suo studio. Ostinati nella fede della
raccomandazione, ancor di più se benedetta dalla
tangente”.Nardone aveva un metodo infallibile per valutare la caratura della richiesta. Se era una denuncia di una sopraffazione, o l’esigenza vera di un bisogno, gli elettori venivano in gruppo. Salvo casi isolati di singoli con particolari condizioni (parente disabile, indigenza assoluta), la predizione dell’esito del colloquio atteso dipendeva spesso dal numero delle persone che entravano in stanza. Da questi colloqui sono nate 1160 interrogazioni parlamentari, di cui 350 come primo firmatario. L’angoscia quotidiana per un deputato, specialmente se del Sud, era far fronte alle richieste di trasferimento dei dipendenti pubblici. “Postini, impiegati, soprattutto poliziotti. La fila sembrava non aver mai fine. O volevano trasferirsi dal nord, alcune volte avendone titolo, molte altre no, oppure volevano entrare in Polizia, nell’Esercito, nei Carabinieri. In questo caso venivano accompagnati dai genitori o meglio, i genitori venivano in assenza del figlio per chiedere un aiuto e il posto di lavoro fisso. Bene, delle centinaia di richieste io ne ho segnata solo una che avesse davvero necessità e urgenza. Un papà aveva la figlia in stato vegetativo qui a Benevento e non riusciva a ottenere il trasferimento. Una vergogna”.
Nella top ten delle richieste Nardone iscrive quella dei poliziotti che chiedevano una spintarella per entrare nei servizi segreti. “Una vera mania”. In una terra totalmente “mastellata”, cuore degli interessi di Clemente Mastella, allora potente e incisivo portabandiera democristiano, e teatro stabile del suo elettorato, i sanniti non rinunciavano a spingersi anche nelle meno amate sponde dell’opposizione comunista. “Inauguravano l’incontro con: volevo andare da tizio, cioè un altro parlamentare, ma ho preferito voi. In realtà facevano il giro completo delle segreterie politiche, una sorta di pesca a strascico. Era il rifiuto dello Stato di diritto, e la raccomandazione veniva avanzata per soddisfare persino l’esigenza più banale: un esame diagnostico, un ricovero, un certificato al municipio. Non conoscevano altro che la questua, e non avevano altra postura che la schiena curva”. “Non ero certo il parlamentare più gettonato per questo tipo di traffici. Per impotenza o per mia scelta non importava. Questa voce almeno mi aiutava a non trovarmi frotte di supplicanti, perché nessuno vuol perdere tempo col politico che non ti aiuta. Eppure oggi mi trovo a contare le richieste ricevute: sono ventimila, uno sproposito. Una benedizione quando vedevi gente integra, e un mal di testa con quegli altri. Un’ansia, una fatica, un imbarazzo quotidiano. Posso dirlo? Un lavoro usurante”.
Da Il Fatto Quotidiano del 06/01/2016
di Antonello
Caporale | 6 gennaio 2016
lunedì 4 gennaio 2016
LA FAIDA INTERNA ALL'AMMINISTRAZIONE FISCALE
AGL: si muove (benissimo) la Giustizia, Renzi abbassa le tasse e cosa succede all'interno dell'Amministrazione Finanziaria? Va avanti una pluriennale faida tra vertici (sostenuti dai sindacati compartecipi) che nominano dirigenti dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale e alcuni altri sindacati sostenuti da chi non è riuscito a diventare dirigente in questi anni che, per via solo giudiziaria (non avendo i numeri tra il personale per imporre sindacalmente un cambiamento), sabotano ogni iniziativa dei vertici volta a uscire da questo impasse.
Bello spettacolo! Soprattutto grande dimostrazione di attaccamento del personale del Fisco ai superiori interessi della Nazione!
L'ultima volta avevamo "consigliato" a Renzi, per una volta, di mettersi d'accordo con Salvini e Berlusconi per introdurre anche in Italia la Flat-Tax. Confermiamo questa nostra indicazione. Ma come cittadini e contribuenti vorremmo anche che si pensasse a mandare a casa una volta per tutte gente che da anni pensa prima ai cazzi suoi (cioè a restare dirigente o a vendicarsi per non esserlo divenuto) e poi (ma male, visti i risultati a tutti i livelli) a far bene il proprio lavoro!
**************************************************
fonte: www.tiscali.it
Cassazione assolve azienda siciliana che evade l'Iva a causa della crisi
La sentenza di condanna era stata pronunciata dalla Corte di appello di Catania
Redazione Tiscali
Fallimento dell'unico cliente prima della scadenza del pagamento -
Ed in effetti gli eventi danno ragione alla cooperativa che ha visto fallire il suo unico cliente proprio nell’imminenza della data di scadenza del pagamento delle imposte. Per la Cassazione “la Corte di appello di Catania ha mancato del tutto di valutare la specifica situazione che ha causato il dissesto dell’impresa”.
Caso classificabile come "evasione di sopravvivenza" - Ora la causa tornerà al tribunale di Catania per una nuova valutazione complessiva. La cronaca economica di questi ultimi anni ha portato alla ribalta diversi di “evasione di sopravvivenza”. Nel caso in questione la cooperativa ha preferito utilizzare le scarse risorse finanziarie a disposizione per pagare gli stipendi di Natale dei dipendenti.Una buona notizia in un Paese "malato" di tasse - In un Paese come l’Italia flagellato da un lato da una diffusa evasione e dall’altro da una oppressione fiscale dello Stato nei confronti di chi le tasse le paga, ogni tanto arriva anche qualche notizia che lascia sperare in un futuro diverso.
Iscriviti a:
Post (Atom)