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"""""""""Quando il (cattivo) esempio viene dall’alto: premio massimo ai dirigenti del ministero del Lavoro
di Pepe Caglini
Ogni santo giorno che il buon Dio manda sulla terra
tante persone cercano di migliorare dal basso questo paese agendo nel loro
piccolo ambito, impegnandosi, rischiando, pagando magari di persona. Ogni santo
giorno che il buon Dio manda sulla terra, altre persone, dall’alto, sabotano
sistematicamente ciò che fanno le prime così che tutto il buon lavoro va a
ramengo e quando si fa un passetto avanti è solo per farne precipitosamente due
indietro.
Questo è il senso della
firma apposta dal ministro Fornero per autorizzare il premio massimo
previsto nel contratto di lavoro di tutti i 188 dirigenti del suo ministero. Si
fanno degli incredibili sforzi, in questo disgraziato paese, per far passare il
concetto di merito in ambienti refrattari a qualsiasi idea di concorrenza e di
selezione? Si cerca di far capire che si tratta dell’unica via perché qualsiasi
riforma possa trovare pratica attuazione – al di là degli annunci che lasciano
il tempo che trovano – e perché i conti possano essere rimessi sotto controllo?
Tutte sciocchezze, avevamo ancora una volta scherzato e peggio per voi che ci
avete creduto.
Quando un gesto del
genere non viene fatto da un oscuro dirigente di un qualche periferico
ente ma dal Ministro in persona, cioè proprio dalla figura che più di tutte le
altre dovrebbe rappresentare l’autorità dello Stato insieme alla sua volontà di
dare precisi segnali alla popolazione, l’effetto è devastante. Il messaggio è:
voi, che non contate nulla, continuate pure ad illudervi di poter un giorno
azzerare i nostri privilegi; noi, che tutto possiamo, staremo molto attenti a
che ciò non avvenga perché tutto si può toccare ma non certi
equilibri.
Dire, come ha detto il
ministro, che non poteva non firmare questa autentica presa in giro
perché le valutazioni dei dirigenti in questione erano tecnicamente ineccepibili
(sarebbero stati raggiunti, pensate un po’, tutti gli obbiettivi assegnati
l’anno precedente, peccato che noi non ce ne siamo accorti visto come stanno
andando le cose in quel ministero) equivale a considerare gli italiani un branco
di sprovveduti. Chi è infatti che non sa che quando si stabiliscono tre livelli
di performance in un qualsiasi gruppo di lavoratori – queste grosso modo le
regole per i dirigenti di cui parliamo – i migliori, coloro cioè che conquistano
il premio massimo, in genere non superano il 10% circa della popolazione
interessata?
E che se anche presso
il ministero presieduto dalla signora Fornero si fosse verificata la
stessa situazione che empiricamente si forma in qualsiasi medio ambiente di
lavoro (cosa in realtà improbabile visto che non siamo in Francia, dove i
dirigenti del settore pubblico sono generalmente più qualificati di quelli del
settore privato) il numero dei dirigenti classificati con il massimo punteggio
non avrebbe dunque potuto superare la ventina di persone? No, il ministro
Fornero, storcendo in verità un po’ il naso, bontà sua, firma però questa perla
di ignoranza, di ipocrisia e di improntitudine bella e buona. Così, in giro per
il mondo, avranno un altro buon motivo per ridere di noi e per ammirare la
nostra inesauribile capacità di inventare materiale per chi vive di satira
(Crozza ringrazia). Qualcuno, nell’entourage del Presidente Monti, si sta
chiedendo in questo momento come faranno a darla da bere ancora per molto ai
loro referenti europei, così prodighi di lodi per il recupero della credibilità
italiana, con questi comportamenti che stanno ad indicare tutto il
contrario?
Può anche darsi che per
imperscrutabili motivi burocratici – sappiamo bene quanto questo sia un
campo minato e pieno di sorprese – il ministro non avesse altra scelta che
quella di firmare il ridicolo e soprattutto diseducativo provvedimento, oppure
dimettersi. Ebbene la sciagurata ha scelto di firmare, perdendo così (non
dimettendosi) una magnifica occasione di realizzare dal vivo uno straordinario
spot pubblicitario – che oltretutto non sarebbe costato nulla ai contribuenti –
a favore del merito, della meritocrazia, della selezione e della
concorrenza.
Oh ministro Fornero,
quanto sarebbe stato ascoltato questo spot, in tutti gli ambienti, sia
in quelli produttivi dove si fa e sia soprattutto in quelli improduttivi dove
invece si disfa e quanto esso avrebbe contribuito a comunicare che sì, è vero,
il paese con questo governo ha veramente cambiato direzione e l’era dei
sabotaggi nei confronti di quelli che si impegnano ogni santo giorno è proprio
finita!
12 novembre 2012""""""""""
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COMMENTO ALP-AGL Ministero del
Lavoro
Siamo nati da 4 mesi e mezzo e, pertanto, non siamo tra
le Federazioni e Confederazioni Sindacali rappresentative nè nel Ministero del
Lavoro nè nel Pubblico Impiego. Per cui nè abbiamo partecipato ad alcuna
riunione inerente l'argomento nè ne sapevamo nulla prima di leggere questo
articolo. Attendiamo dagli interessati conferme, smentite o correzioni. Se la
notizia fosse confermata la stessa (saranno d'accordo i dipendenti non dirigenti
del Ministero) sarebbe la conferma di quale distanza vi sia tra chi dirige
questo Dicastero e la realtà del mondo del lavoro. Rivolgiamo il nostro pensiero
ai morti sul lavoro, ai disoccupati, ai precari, ai cassintegrati, ai lavoranti in nero, ai
pensionati, agli invalidi,ai lavoratori tutti , alle imprese, che pensavano,
pensano ed erano pronti a ritenere che in Italia ci fosse un Ministero che si
occupasse di loro, pur tra tante difficoltà e sacrifici (?).
Un altro pensiero va ai dipendenti del Ministero i quali
non solo non hanno avuto accesso a questi premi ma non sono messi neppure in
condizione di lavorare decentemente.
E da ultimo, la solidarietà nostra va ai sindacati
rappresentativi del Ministero del Lavoro i quali , pur in un panorama disastroso
come quello del sindacalismo pubblico, forse non meritavano una "tranvata" di
quese dimensioni che distrugge ogni loro credibilità e rende inutile il lavoro
di anni effettuato da coloro, al loro interno, che, seppur maldestramente, hanno
agito in buona fede.
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