In altri interventi abbiamo sostenuto
(e ci rincresce di farlo da soli ma forse è la prova che siamo
estranei alla politica elettorale) che occorrerebbe (data la gravità
del debito pubblico) cominciare a affrontare la questione esodati da
un punto di vista diverso da quello meramente previdenziale (di fatto
trasformatosi in assistenziale) , ragionando su soluzioni alternative
e dinamiche, anche al di là delle sabbie mobili dei diritti
acquisiti nonché delle umane aspettative di chi qualche tempo fa si
era organizzato la vita in una maniera per vedersela sconvolta
dall'intervento di una fino ad allora sconosciuta professoressa
torinese.
Abbiamo dato per ormai acquisito che le
elezioni non le ha vinte nessuno, neanche quello schieramento che con
più forza aveva messo sul piatto la questione esodati pur non
riconoscendo, in maniera autocritica, che se non avesse sostenuto la
riforma Fornero coi suoi voti in Parlamento, la stessa non avrebbe
rovinato la vita (chissà per quanto tempo) a quelle migliaia di
italiani.
Il cerino quindi, suo malgrado, finchè
non ci sarà un'altra compagine, è ritornato in mano all'inquilina
di Via Flavia (in realtà Via Veneto) . E ormai, sugli esodati, è
consumato e il fuoco sta cominciando a bruciare la mano. Il perchè è
presto detto.Ricordate i 130.000 esodati riconosciuti dalla Fornero
(una parte dei 390.000 stimati dall'INPS) in un certo senso fortunati
in quanto solo per loro sembrava partito un meccanismo di
salvaguardia?Due decreti già li hanno interessati (salva-italia e
spending review) e un terzo sta per essere emanato come conseguenza
della legge di stabilità. Ebbene nessuno dei 130.000 , per un motivo
o per l'altro, ancora ha ricevuto l'assegno (cioè i soldi) . Solo
una piccola parte ha ricevuto la comunicazione di avere il diritto
(per ora dovranno accontentarsi di mangiare quella). Ma, come
onestamente fatto da noi presente in precedenti interventi, ogni
ministro ha l'alta dirigenza che si merita (anche quella per il
momento è rimasta impermeabile agli sconvolgimenti elettorali: non
si è superpremiati a caso...):entro il 20 febbraio le aziende
dovevano comunicare al Ministero del Lavoro i nominativi dei
lavoratori che sono stati incentivati all'esodo entro il 31.12.2012.
Tutto saltato (se ne facciano una ragione le decine di migliaia di
lavoratori coinvolti i quali, siamo sicuri, non ne saranno sorpresi)
in quanto al ministero si sono dimenticati di fornire le istruzioni
necessarie all'invio delle segnalazioni. Quando si dice essere
all'altezza delle sfide e raggiungere gli obbiettivi.
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